La nuova strana voglia di cemento attorno a Monte Claro: riaffiorano i poteri forti, il Comune barcolla e c’ è chi venderebbe anche la libertà.

    Il centrodestra sembra un lupo famelico in gabbia: c’è una strana, improvvisa “nuova” voglia di cemento a Cagliari. Ora c’è chi vorrebbe costruire persino dentro l’attuale deposito del Ctm in viale Ciusa, mettendo palazzi e uffici al posto degli autobus a riposo. Poi c’è l’area del Fangario, e c’è chi strizza nuovamente l’occhio a Terramaini.

    Ma fa gola soprattutto Monte Claro, diventato il paradiso verde attorno al quale investire. Lo sa bene la cooperativa Cento, che proprio grazie al via libera del Comune avvenuto qualche anno fa ha potuto progettare un nuovo piccolo quartiere proprio lì attorno, in via dei Valenzani. Ma colpisce che gli appetiti edilizi si stiano nuovamente concentrando sul capoluogo.

    Sapete qual è il nuovo slogan usato come stratagemma? Dire che “bisogna assolutamente fermare la fuga delle giovani coppie verso l’hinterland”. E quindi approvare nuove lottizzazioni senza preoccuparsi che a Cagliari ci siano già 5mila appartamenti sfitti, e che a Santa Gilla le case del nuovo complesso siano quasi tutte rimaste invendute. A Casteddu spuntano persino strane nuove operazioni editorial-immobiliari (come se quelle che già c’erano non bastassero), lo slogan incredibilmente è “vendesi”.

    Il centrosinistra prova a mettere invece il freno ai progetti che spuntano all’ombra del Comune, ieri però la mozione dell’ex assessore dell’Udc Gianni Chessa è stata respinta con 17 voti contrari e 13 favorevoli. Significa che non è passata praticamente per un pelo, che si stava per approvare un nuovo quartiere al posto del deposito del Ctm di viale Ciusa. Poi cammuffato anche con una possibile “cittadella dei servizi comunali” (tutt’altro che in centro). Ma con un valore ben preciso, indicato da Gianni Chessa: ben 50 milioni di euro, quel che il Comune alle prese con i tagli statali potrebbe ricavare dalla vendita di una fetta di città così strategica per la sua posizione.

    Sembra di capire che i veti delle sentenze a Tuvixeddu stiano costringendo tutti, persino chi governa, a cercare di capire se esistano altre strade dove concentrare lo sviluppo urbanistico a Cagliari. Non ne fa mistero nessuno, neanche l’assessore Paolo Frau: da qualche parte bisognerà pure indirizzare la crescita. Magari con un altro slogan facile facile, “a patto che a costruire non siano solamente i soliti noti”. Che spesso viaggiano però sotto traccia. Spaventa più di tutto la logica del vendere quel che abbiamo ancora difeso. Del volere trovare in fretta una nuova area per fare dormire gli autobus, perchè lì ci andrebbero meglio le ruspe.

    Il più coraggioso nel dire no è stato Giovanni Dore dell’Idv, che ha ricordato proprio come a Monte Claro il mattone fosse già bene arrivato in via dei Valenzani. Ma sul cemento anche il centrosinistra a volte scricchiola. E l’opposizione affila i denti mostrandoli tutti: quando si parla di costruire, riaffiorano sempre i poteri forti, sperando nella distrazione altrui. Per guadagnare terreno da dare in pasto agli “amichixeddus”, magari grazie al rapporto choc della Cna che parla giustamente di un settore in pieno tracollo con una preoccupante emorragia di posti di lavoro.

    Se preferite possiamo invece provare a vederla al contrario: che brutto quel deposito del Ctm, mandiamolo in periferia, magari al posto del campo Rom sulla 554. Nascondiamolo bene. Vendiamoci l’area al confine col polmone verde, siamo sicuri che verrà pagata bene. Ma poi non lamentiamoci se Cagliari verrà ancora una volta svenduta ai costruttori, e se le case avranno prezzi fuori mercato nell’epoca in cui le case non riesce a comprarle più nessuno. Ma proviamo a ricordarci anche un altro aspetto: l’unica cosa che ancora non ha prezzo, almeno per noi, è la libertà.

    da CASTEDDU ONLINE (veleno parlante9

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