Perché sull’ urbanistica a Cagliari chiediamo uno sforzo in più.

    Come potete leggere dalle cronache dei giornali online ed ascoltare dal mio intervento in aula nei giorni scorsi abbiamo votato la proposta di approvazione di un programma integrato con dei malumori in maggioranza.

    Spieghiamo il perché. Anzitutto, ho notato che qualcuno, un po’ a sproposito, ha misurato le critiche in termini di “lealtà” nei confronti della giunta. Dimenticando che il voto favorevole, nonostante i tentennamenti, c’è stato da parte di tutti i “dubbiosi” (equamente divisi in tutti i gruppi consiliari che compongono la maggioranza) e che la “lealtà” si misura sui comportamenti scorretti o incoerenti rispetto ai programmi che ci si è dati e non sulla dialettica in questioni di primaria rilevanza politica (e lo sviluppo urbanistico della città certamente lo è).

    E veniamo al caso.

    Un imprenditore nel 2005 otteneva l’autorizzazione per la realizzazione di un piano di edificazione che comprendeva abitazioni e servizi generali (uffici, parcheggi e verde). Successivamente veniva costruita una palazzina per residenze, mentre le altre due destinate ad venivano lasciate al rustico per asserite difficoltà di mercato. Non essendo possibile un cambio d’uso in base al PUC (la cubatura per residenze era esaurita e quella per servizi veniva “compressa” in modo rilevante), l’amministrazione comunale ha “trovato” la soluzione del programma integrato che è stato votato dal Consiglio Comunale, con conseguente variazione degli assetti della zona e rinuncia a ben 1033 mq di standard per gli abitanti della zona che sono stati “monetizzati”.

    La giustificazione all’approvazione di questo programma sono state molteplici: si è eliminato il problema di fabbricati al grezzo che abbruttiscono il contesto urbano, aumentata l’offerta abitativa, evitato di avere uffici vuoti, trovato una soluzione per l’imprenditore in un momento di crisi e reperito uno spazio per l’apertura di un asilo nido. Ragionando in termini “particolari” ed approssimativi tali giustificazioni possono ritenersi valide ed è per questo che, alla fine, si è deciso di votare a favore.

    Per il futuro però qualche chiarimento è opportuno.

    L’assessore Frau ha rivendicato la “paternità” di detta proposta e la volontà di adoperarsi perché lo strumento del programma integrato fosse utilizzato spesso e “volentieri” per venire incontro a tutte le esigenze incontrate volta per volta. Nel svolgere la dichiarazione di voto a “favore” ho precisato alcuni punti che, invece, mi tengono distante da tale ragionamento:

    1) lo strumento del programma integrato ex L.R. n.16/94 può essere utile, ai fini della riconversione urbana ed ambientale, ma necessità di uno sforzo decisamente maggiore e più profondo rispetto alla tipologia da noi votata. Occorre uno studio delle problematiche del quartiere nel cui tessuto si inserirà il “programma” e definirne in modo articolato le necessità (certo un asilo nido è utile, ma è possibile che vi fossero anche altre esigenze da soddisfare);

    2) la “crisi” economica e di settore va valutata, ma non può fungere da principale scopo per un programma integrato (come si giustifica la costruzione di nuovi appartamenti di fronte all’esistenza di ben 4.000 residenze vuote ?). E’ dunque un bene che gli imprenditori, se decidono di costruire, facciano i propri conti del tessuto abitativo e produttivo prima di firmare la convenzione o di realizzare dei “rustici” e non dopo per ottenere modifiche alle autorizzazioni;

    3) quando verrà adeguato il PUC al PPR, si spera in modo innovativo e moderno, ci si accorgerà che – avendo consumato (o non realizzato, monetizzando) gli standard obbligatori per legge attraverso i vari strumenti in deroga (programmi integrati, bs3* e via dicendo) – sarà assai difficile realizzare residenze di nuova concezione negli spazi liberi che ancora insistono in città. Ci auguriamo che chi vede così favorevolmente questi accrocchi in zone già dense di cubatura, non abbia poi in futuro a pentirsene.

    Ah dimenticavo, ci sarebbe pure un impegno elettorale assunto con gli elettori (non parliamo di lealtà, per carità !).

    Così dicevamo in tema di “Cagliari da abitare” “Il piano urbanistico non ammetterà deroghe per aree destinate a verde, impianti sportivi e servizi. Le aree edificate dovranno avere nuova cubatura zero cioè avremo nuove costruzioni solo a fronte di corrispondenti demolizioni. Sarà varato un regolamento per la bioedilizia e azioni per la limitazione dell’inquinamento elettromagnetico, l’eliminazione dell’eternit, l’approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili.”

    E va bene, qualche deroga era inevitabile, però ad essere sinceri sugli altri impegni siamo molto (troppo) in ritardo. Speriamo che ci si applichi di più in questo senso. Noi chiediamo proprio questo e non ci stancheremo di farlo.

    Giovanni Dore

    ***

    12 dicembre 2012

    VIA FLEMING, UFFICI TRASFORMATI IN RESIDENZE. MALUMORI IN MAGGIORANZA.

    Residenze in cambio di un asilo. Malumori in maggioranza per l’approvazione in Consiglio comunale di una variante al Puc che consentirà ai proprietari di due palazzi tra le vie Fleming e Fermi di trasformare spazi originariamente destinati ad ospitare uffici, in abitazioni. Il Comune in compenso avrà un asilo “chiavi in mano”. Critiche da Idv, parte di Sel e Federazione della Sinistra che votano turandosi il naso.Alla fine della discussione il tabellone segnala 36 voti a favore e neanche uno contrario. Eppure non sono mancate le critiche alla delibera proposta dall’assessore all’Urbanistica, Paolo Frau, riguardante un cambio di destinazione d’uso di due palazzine (per ora due ruderi) richiesto dall’impresa Ra.Va Srl che da tempo non riesce a mettere sul mercato immobili destinati a servizi generali. I fabbricati verranno destinati a residenze “prevedendo dimensioni e caratteristiche atte a soddisfare il mercato delle giovani coppie”.Nei dettagli grazie al voto di ieri la destinazione d’uso degli ultimi tre piani del primo edificio passerà da servizi generali a residenze, allo stesso tempo al piano terra verrà realizzato un asilo nido (di 268 metri quadrati) da cedere in compenso al Comune. Ma nell’accordo rientrano anche quattro piani del secondo edificio dove il privato potrà realizzare unità abitative composte da bivani e trivani. L’assessore Frau considera il provvedimento “un tentativo di innovazione: per via delle trasformazioni del mondo del lavoro e per la crisi che ha investito il mondo immobiliare la città si è riempita di palazzi vuoti. In questo modo riqualificheremo due ruderi e allo stesso tempo la comunità potrà usufruire di un asilo”.Al momento della discussione in aula il centrodestra si è schierato a favore in modo compatto mentre nel centrosinistra non sono mancati i mal di pancia.

    Critico il capogruppo dell’Italia dei Valori, Giovanni Dore: “Non capisco il motivo per cui si permetta un cambio di destinazione da servizi generali a residenza se siamo consapevoli che tutti soffrono un calo nelle vendite in questo periodo”. Pur “con un certo imbarazzo” voterà favorevolmente. Così come Francesca Ghirra (Sel) che si è detta “davvero poco convinta perchè si tratta di un singolo intervento che non si inserisce in una pianificazione più ampia. Mi ha auguro – ha proseguito – che in futuro non si vada avanti con interventi spot di questo genere”. In disaccordo “perchè non è corretto effettuare modifiche così piccole” anche Enrico Lobina (Fds) che tuttavia voterà a favore “per lealtà di maggioranza”. D’accordo invece il Pd (negli interventi di Claudio Cugusi e Davide Carta), eccezion fatta per Piergiorgio Meloni secondo “il quale la zona è già troppo affollata”. Nonostante ciò “voterò a favore – ha spiegato – ma con un monito: l’ultima volta”.

    da CAGLIARIPAD (Andrea Deidda)

    ***

    11 dicembre 2012

    Via Fleming: Scontro sul cemento a Cagliari, ora SEL e IDV bacchettano la giunta Zedda.

    Il centrosinistra tende la mano ai privati ma va allo scontro aperto sul cemento a Cagliari. Ma non lo fa sul progetto di via Cammino Nuovo, ma su un “piccolo” intervento edilizio tra via Fleming e via Fermi, che prevede un palazzo ma anche un asilo nido. Al posto di quello che oggi è un rudere, i famosi “scheletri al rustico” accanto all’asse mediano che vedete nella foto.

    Perplessità che vengono avanzate da Giovanni Dore dell’Idv ma anche da Francesca Ghirra di Sel, che annuncia il suo voto a favore ma invita la giunta “a non fare interventi-spot su un settore così importante come l’urbanistica”. Il Pd invece difende la proposta, prima col capogruppo Davide Carta e poi con Claudio Cugusi che afferma: “Alcune perplessità avanzate da esponenti di Sel e dell’Idv appaiono interessanti, ma non sono questioni esaustive. Giustamente la maggioranza voterà a favore di questa delibera, perchè al di là della necessità di revisione del piano urbanistico non possiamo bloccare tutta l’attività edilizia della città. Su questa materia serve senso di responsabilità, questa delibera apre un fronte interessante perchè risolve il problema dei mostri costruiti e non finiti. Si tratta di un problema di decoro e di economia che si inchioda, che chi governa non può ignorare. Bisogna completare un percorso con intelligenza e onestà, avremo anche un asilo nido e un’opera che entra nel patrimonio di una città. Girerà un po’ di denaro che forse significherà qualche posto di lavoro. Non stiamo consumando nuovo suolo. Ci sono 3500 appartamenti in queste condizioni a Cagliari, che il mercato non ha accettato.  Potremmo permetterci una porcheria in cemento armato, da demolire magari quando l’impresa è già fallita? Noi questo intervento edilizio lo vogliamo”. Anselmo Piras del Pdl ribatte: “Non si può pianificare tutto nel Puc, noi non ci stiamo. Serve un’azione innovativa come questa, che coinvolga il privato.  Giusto fare lavorare gli operai, per realizzare piccoli appartamenti a un prezzo abbordabile. E con un vantaggio, questo dell’asilo. Un affare per il costruttore, per la città e per il Comune”. Voci discordanti però anche nel Pd, con Piergiorgio Meloni che parla di “quartiere già troppo affollato e di intervento a deprimento dei servizi”. “Prima di pensare a questa intesa ne abbiamo parlato con più gente possibile- spiega l’assessore Paolo Frau- la città è piena di palazzi vuoti, senza vita, senza destino. Il nostro obiettivo è chiudere il perimetro della città e riqualificare zone degradate, cercando anche di ottenere dei vantaggi e di dialogare con le imprese per avere un’edilizia diversa. Qusta è una delibera innovativa nostra, che non abbiamo ereditato dal passato”. Sul progetto è intervenuto anche il sindaco Massimo Zedda: “Non abbiamo le possibilità economiche per edificare tanto da poter aumentare la disponibilità di edifici per portare nuovi abitanti in città. Dobbiamo adeguare il Puc al Ppr, ora questa operazione è perchè la politica governi i processi e non da qualcuno che passi per caso in via Roma. Non sono qui per restare cinque anni fermo a studiare. La politica va fatta su battaglie serie, questo mi è stato insegnato. Faccio un esempio: la Scala di Ferro è stata abbandonata dalla Prefettura prima del tempo, ma ci sono anche altri esempi come via Cinquini dove il rischio è lasciare tutto com’è. Se il Comune non fosse intervenuto nell’ex grattacielo della Telecom di piazza Giovanni che oggi è il T Hotel, avremmo ancora un rudere. Sulla Scala di Ferro magari direi no a un centro commerciale ma un albergo potrebbe non starci male. Non tutti i mali vengono per nuocere, specie in tempi di crisi economica”. Francesca Ghirra intervioene dopo il sindaco affermando che il suo “sarà un voto poco convinto al progetto, e non da parte di una persona che è passata per caso in via Roma”. Giovanni Dore dell’Idv annuncia “con un certo imbarazzo” il voto favorevole. Insomma anche chi contesta poi però vota a favore. “L’inerzia non è consentita, per questo orgogliosamente votiamo a favore”, ribatte Claudio Cugusi. E il piano viene alla fine approvato con 26 voti a favore e un solo astenuto. Il progetto  consente all’imprenditore di trasformare in residenze i piani superiori delle due palazzine con destinazioni uffici, che oggi non hanno mercato in città, in cambio della realizzazione e cessione al comune chiavi in mano di un asilo nido, che l’amministrazione ha valutato essere necessario per quella zona. Nella delibera si aggiunge che la proposta è volta a mettere sul mercato residenze per giovani coppie.

    da CASTEDDU ONLINE (Jacopo Norfo)

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