Elezioni regionali: primarie aperte per salvare il centrosinistra (il ns. appello).

    Appello dei cittadini: «Fate le primarie»

    Oggi si riunisce il tavolo del Centrosinistra per discutere su programma, alleanze e modalità di scelte del candidato. Un gruppo di cittadini, professionisti e amministratori, ha sottoscritto un appello per chiedere ai partiti che partecipano al tavolo del centrosinistra di non abbandonare il metodo delle consultazioni primarie per la scelta del candidato alla presidenza della Regione, ma anzi di rafforzarlo e ampliarlo, consentendo ai cittadini di partecipare semplicemente presentando ai seggi la carta d’identità. Tra i firmatari Simone Campus (consigliere comunale di Sassari), Lorena Cordeddu (assessore provinciale di Cagliari), Giovanni Orunesu (Consigliere comunale di Olbia), Giovanni Dore (Idv), Enrico Lobina, Marco Murgia, (tutti e tre consiglieri comunali di Cagliari) e il giornalista Vito Biolchini. «Le scelte del centrosinistra investono temi decisivi che riguardano i sardi e la Sardegna – scrivono – e richiedono, a partire dagli iscritti e dagli elettori che si riconoscono in questo campo, che per le prossime elezioni i contenuti del programma di governo e la scelta della leadership non possano essere assunte unilateralmente. Facciamo appello al tavolo del centrosinistra ad invertire l’ordine delle priorità della discussione. Si avvii, con contenuti e modalità aperte ed inclusive quali quelle delineate, la fase politico-programmatica e della scelta della leadership, che deve avvenire con primarie aperte».

    da LA NUOVA SARDEGNA

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    Movimenti, appelli e assemblee: sale la tensione nel centrosinistra.

    Dalle firme per sostenere le primarie agli autoconvocati di Abbasanta. C’è «il tavolo del centrosinistra», espressione politichese che indica i vertici tra i leader della coalizione nella sede cagliaritana del Pd (il prossimo? Lunedì sera). E poi c’è il centrosinistra, in senso lato: militanti ed elettori. In teoria l’uno rappresenta gli altri, ma forse oggi è un po’ meno vero. Almeno a giudicare da ciò che si agita nell’area: movimenti nuovi, incontri con metodi partecipati, progetti di liste, appelli pubblici.

    PER LE PRIMARIE Nell’ultima categoria, è notizia di ieri, rientra la lettera aperta rivolta (appunto) «al tavolo del centrosinistra sardo», perché non si abbandonino le primarie per il candidato governatore. L’appello esprime il timore per una leadership individuata «unilateralmente», e propone primarie «aperte», a cui si partecipi «con la sola presentazione della carta d’identità», senza oboli o firme. I 23 firmatari si autodefiniscono «cittadini, professionisti e amministratori». Ci sono dei politici, anche consiglieri regionali (Giuseppe Stocchino, Prc) e comunali (Enrico Lobina, Marco Murgia e Giovanni Dore di Cagliari, Simone Campus e Dario Satta di Sassari), ma aderiscono a titolo personale come altri sottoscrittori, tra cui il giornalista Vito Biolchini e lo scrittore Gianluca Floris.

    AUTOCONVOCATI Cosa diversa è l’assemblea “Tempo di svolte”, convocata il 2 giugno a Su Baione (Abbasanta). Alcuni promotori sono vicini al Pd, ma l’etichetta non rende la complessità di un’iniziativa che si propone (sulla propria pagina Facebook) di «elaborare idee per il centrosinistra» con «metodi di discussione aperti e innovativi». Proprio lo stile di discussione è uno dei punti cardine: «Ci ispiriamo all’ open space technology di Harrison Owen», spiega Stefano Sotgiu, esperto di metodologie partecipative. Sparisce la frontalità (relatori da una parte, pubblico dall’altra) e ci si dispone in circolo, per un primo dibattito sul tema: «In questo caso, il vero argomento sarà il cambiamento. Ci unisce la voglia di uscire da schemi vecchi e stanchi della politica». Poi, su una bacheca, ciascuno potrà suggerire con un post-it un gruppo di lavoro.

    A SINISTRA E ancora un’altra cosa è il Centro di iniziativa democratica, associazione politico- culturale che «nasce dall’insufficienza del dibattito nei partiti e nelle istituzioni», come spiega l’ex deputato Ds Pietro Maurandi, tra i fondatori insieme a Carlo Arthemalle, Gianfranco Bottazzi e altri. «Siamo di sinistra, ma indipendenti da qualsiasi sigla. E non prepariamo liste per le Regionali», chiarisce Maurandi: «Vorremmo ripartire dall’analisi dei problemi, attingendo a competenze vere per proporre soluzioni»

    SOVRANISTI Chi invece pensa esplicitamente a una lista (si parla di «lista Sardegna») e anche a proporre una candidatura per le primarie del centrosinistra, sempre che si facciano, è l’area che sta cercando di aggregare Paolo Maninchedda. Nel suo blog sardegnaeliberta.it , alcuni giorni fa, il consigliere regionale sardista ha scritto una lettera aperta al leader del Pd Silvio Lai per chiedere di discutere «una proposta di governo sovranista».In un altro post, Maninchedda ipotizza di «organizzare politicamente diverse esperienze politiche e sociali»: fa i nomi dei già citati Biolchini e Lobina, di indipendentisti come Franciscu Sedda, dell’ex leader della Cisl Mario Medde, dei sindaci delle liste civiche. Elementi con una certa eterogeneità, ma è evidente che ci sono dei contatti avanzati.

    IL CASO SARDEGNA 2050 Non è invece assimilabile al centrosinistra (né ad altri schieramenti), pur trovando in quell’area alcuni sostenitori, la peculiare esperienza di Sardegna 2050, associazione fondata da Nicola Pirina e Gianfranco Fancello. Domenica a Ottana realizzerà la prima azione concreta: un torneo di basket per raccogliere fondi da destinare al progetto “Adotta un’incompiuta” (in questo caso, il parco Monte Urrò). Ciò che accomuna questo movimento ad altre esperienze non è l’approdo politico, ma il dato di partenza: la delusione, più o meno esplicita, verso l’attuale classe dirigente. E soprattutto la richiesta di partecipazione e di cambiamenti concreti. Non è grillismo, ma in ogni caso i partiti (non solo del centrosinistra) stavolta faranno bene a non voltare la testa dall’altra parte.

    da L’UNIONE SARDA (Giuseppe Meloni)

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