Anfiteatro sbarrato, ma si prepara il rilancio.

    L’assessore Marras: entro l’estate apriremo il sito alle visite turistiche.

    Anfiteatro, l’attesa continua. Per riaprire il Comune ha un milione e 300 mila euro ma per poter spendere aspetta. «Prima l’approvazione del bilancio», chiarisce il vicesindaco e assessore ai Lavori publici Luisa Anna Marras, «poi l’esito del concorso di idee per il recupero e la riqualificazione del sito». L’opposizione scalpita. Giuseppe Farris, Pdl: «La Giunta ha smantellato gradinate e platea senza avere né i fondi né un’idea complessiva per il riutilizzo del monumento. Risultato: da tre anni l’Anfiteatro è chiuso».

    LA STORIA Lo stop agli spettacoli e la chiusura di uno dei siti-immagine della città nel 2011. Dopo il sopralluogo dei funzionari dell’Istituto superiore per la conservazione e il restauro (Iscr, organo del ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo), il sindaco Massimo Zedda decise: basta concerti all’Anfiteatro. La Giunta diede molto peso alla relazione dei funzionari ministeriali e ordinò, dopo l’ispezione del 10 marzo 2011, la graduale rimozione delle strutture in legno e in ferro fate montare nel 2000 dall’amministrazione Delogu per ospitare spettacoli estivi. Il sopralluogo dei tecnici dell’Iscr, del soprintendente Minoja, dell’architetto Romoli, dell’archeologa Salvi e del restauratore Orrù servì a individuare i “fattori responsabili dei fenomeni di deterioramento dei materiali” in relazione con la “sovrastruttura moderna installata per l’organizzazione degli spettacoli”. I tecnici del Ministero accertarono quanto già era noto: l’Anfiteatro è “quasi completamente obliterato dalle strutture predisposte nel 2000 per l’allestimento di spettacoli musicali e teatrali, realizzate in legno lamellare e carpenteria metallica, sostenute da pilastri incernierati su piastre metalliche collegate a plinti in cemento incassati nelle strutture lapidee del monumento o alla pietra”. La sentenza: i materiali in legno e metalli, “oltre a causare danni di varia natura al monumento, per la loro invasività impediscono anche il completo rilevamento dello stato di conservazione e gli interventi conservativi necessari”.

    I RISULTATI Gli specialisti del ministero accertarono che le superfici orizzontali delle gradinate erano “estesamente colonizzate da licheni” e che quando piove la parte sotterranea si allaga e la struttura in legno, “impedendo l’evaporazione dell’acqua, determina un incremento di fenomeni di disgregazione della pietra”. Sulle travi in legno (in parte ancora esistenti) furono accertate “alterazioni di origine fungina riconducibili a carie bruna”.

    IL FUTURO Dopo le verifiche della soprintendenza, Giovanni Dore, componente della commissione Lavori pubblici, ha partecipato a due sopralluoghi all’Anfiteatro. «Sentiamo tutti l’esigenza di accelerare i tempi per riaprire al pubblico il monumento. Per il futuro sarebbe interessante prendere in considerazione la valorizzazione della vecchia strada di accesso, quella che attraversava l’Orto Botanico».

    IL VICESINDACO L’assessore Luisa Anna Marras pensa di restituire l’Anfiteatro alla sua originaria funzione ma anche a un nuovo modo di impiego culturale del sito. «Dopo l’approvazione del bilancio, spiega Marras, «pubblicheremo il bando per il concorso di idee destinato al recupero e alla riqualificazione del monumento». Le linee guida da tener conto: «Gli accessi al sito, la valorizzazione dei collegamenti sotterranei e il punto di collegamento tra l’Anfiteatro e il Castello attraverso viale Buoncammino». I lavori più urgenti: «La rimozione delle strutture, la preparazione prima dell’estate del passaggio per i visitatori nel sito, la sistemazione di uno spazio da 1.000-1.500 posti per lo svolgimento di spettacoli». Il punto esatto del palco? «Lo indicherà chi vincerà il concorso di idee, ma non sarà dove ora ci sono l’arena e le gradinate».

    da L’UNIONE SARDA (Pietro Picciau)

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