Un fotolibro con immagini e racconti sul lungomare.
Alcune foto sono ingiallite dal tempo e quasi mai descrivono i tratti somatici del litorale sinuoso al cospetto della Sella: raccontano piuttosto delle risa attorno ai giochi, del gusto a condividere i pranzi con i vicini, delle ferite, profondissime sui ricordi, per l’abbattimento di quella che per tutti i cagliaritani diventava, per tre mesi almeno, la città estiva. E i racconti, talvolta d’immaginazione, più spesso di vita realmente vissuta, altro non fanno che ravvivare, come intense pennellate, il chiasso, l’inquietudine e quel senso di serenità che la lunga stricia di sabbia ha significato e continua a significare.
Oggi quelle istantanee, 400 scatti la maggior parte dei quali inediti, più 21 racconti di altrettanti scrittori (fra questi Gianni Zanata, Massimiliano Medda, le Lucido Sottile, Ennio Neri, MIchela Seu ed Enrico Pau) rivivono nel fotolibro “Poetto 1913-2013 Un secolo” di Gianfranco Carboni, presidente dell’associazione Quadrifoglio Karalis. E’ sato presentato ieri mattina al Coffe Art di Via Giardini ma, per il momento, non si può acquistare: “confidiamo nel crowd-founding o in qualche privato che, avendo a cuore il Poetto e questo progetto, si faccia avnti contribuendo alla pubblicazione“, spiega Carboni mentre gli luccicano gli occhi. Si perchè mai avrebbe immaginato che la sua idea di un anno fa di celebrare il centenario – chiedendo ai cagliaritani di condividere le foto sul Poetto – potesse avere un tale successo: sperava di raccogliere un’ottantina di scatti, gliene arrivarono pen oltre 700, più i biglietti originali per gli stabilimenti, le locandine degli eventi culturali e gli atti notarili dell’epoca.
“Scrivere per me ha significato percorrere a ritroso tutti i miei 40 anni” ha spiegato il consigliere comunale Giovanni Dore, “perchè non c’é ne uno che abbia trascorso lontano dal Poetto, persino a dicembre“, e anche per Zanata, alle prese nel suo testo con i primi amori non esattamente da “vissero felici e contenti”, “succedeva semplicemente che un pezzo di della nostra vita si trasferisse là“.
Più che 21 racconti, sono 20 più 1, quello del mitico Rombo di Tuono. Perchè il suo intimo ricordo del Poetto, “Una distesa lunga un tram” meriterebbe un libro a parte.
da L’UNIONE SARDA (MI.SE.)
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