In questi giorni si ricomincia a parlare del progetto edilizio di Su Stangioni, area alla periferia di Cagliari, tra la SS 554 ed il vecchio inceneritore che si scorge all’uscita della città.
La testata Casteddu On Line sta riportando le varie impressioni sul progetto, tra le quali (qui in basso) troverete la mia. Trascrivo inoltre, un altro articolo uscito su Sardegna Quotidiano che dà conto delle varie posizioni delineatesi nei giorni scorsi.
Qui evidenzio il fatto che chi è favorevole all’intervento parla di progetto ecosostenibile, innovativo e privo di costi per le casse comunali, della necessità impellente di reperire abitazioni a basso costo e di una miriade di piccoli proprietari che hanno investito e pagato l’ici / imu dell’area edificabile ed aspettano di veder realizzato il proprio “sogno” di vivere in città.
Non mi permetto di sottovalutare le aspettative e le opinioni altrui, ma la penso diversamente:
- il progetto non è innovativo, al più potrebbe aspirare a un quartiere somigliante a quelli realizzati nelle periferie di alcune città importanti (le varie Milano 2 per intenderci). Le ipotesi di viabilità sotterranea insostenibili;
- i rendering con prati e grandi vetrate per le attività commerciali possono essere considerati suggestivi (a me personalmente non piacciono, pessima poi l’idea di nuove “torri” inutili e costose), ma sono meramente indicativi (l’Italia è piena di progetti immobiliare la cui visione “suggestiva” è purtroppo rimasta nei cassetti degli studi di ingegneria !);
- i costi per l’investimento sono elevati e difficilmente sostenibili per piccole cooperative di proprietari; probabilmente necessiteranno di capitali di imprenditori privati. I tempi di realizzazione saranno lunghi (i primi rustici, l’attesa per gli acconti; servizi e verde arriveranno molto tardi);
- gratuità per il pubblico non ce n’è alcuna. E’ la legge che stabilisce, per qualsiasi lottizzazione, le percentuali obbligatorie di cessione a verde, servizi pubblici, volumi per edilizia agevolata; i costi per le relative opere invece saranno integralmente a carico del Comune (al più, come previsto per legge, potranno essere realizzati dai privati a parziale scomputo degli oneri di urbanizzazione che, dunque, rimarranno a carico della comunità cittadina); costi ai quali si aggiungeranno quelli per strade di collegamento, trasporti, illuminazione pubblica, scuole, servizi sociali, ritiro rifiuti e spazzamento strade, vigilanza della municipale, ecc. ecc.
- è vero che i proprietari dei terreni sono stati gravati di ici / imu, ma ciò non per decisione di questa amministrazione e per statuizione della legge nazionale. Nell’adeguamento del PUC al PPR (per la quale la città di Cagliari è in ritardo di quasi 7 anni), si dovrà tenere conto anche di questo: un disegno serio su dove e come si potrà costruire in futuro ed una ripristino della destinazione agricola per i terreni dove edificazioni non si potranno realizzare.
Preciso infine che la mia opinione (e di altri Consiglieri che si sono espressi in questo senso) non si limita a dire “No et au revoir à tout le mond !e“.
Il problema della casa e della spopolazione della città è un dato reale e va affrontato. Visto che non c’è stata nessuna inversione di tendenza con la nuova edificazione di interi lotti cittadini, occorre che l’amministrazione cagliaritana, gli imprenditori responsabili e le cooperative di proprietari dialoghino in tempi rapidi per riqualificare varie zone della città e ripopolare, a prezzi congrui, zone nelle quali esistono già infrastrutture, trasporti, scuole e servizi pubblici. Solo così potremo lavorare per avere una Smart City pronta ad accogliere coloro che, nei decenni, si sono trasferiti nell’hinterland, mantenendo a destinazione agricola ed a protezione di eventi climatici e della naturale destinazione idrogeologica le aeree poste fuori dall’edificato cittadino.
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6 febbraio 2013
“Sulla costruzione a Su Stangioni sono totalmente contrario”.
Ad intervenire sul discusso quartiere che dovrebbe sorgere tra Mulinu Becciu e la statale 554 è Giovanni Dore, consigliere comunale Idv. “Abbiamo più di 5 mila abitazioni, certificate, sfitte a Cagliari – continua Dore – e centinaia di stabili, pubblici e privati, fatiscenti, zeppi di eternit e dannosi per l’incolumità di chi ci abita o lavora, persino nei dintorni. La popolazione cagliaritana è scesa di oltre 40 milla unità in 20 anni, proprio mentre veniva costruito ogni angolo della città. E non si dica che si sono costruiti solo palazzi di lusso perchè è una grossa balla, abbiamo palazzi ovunque e di ogni tipologia. Tra l’altro il mercato immobiliare è in piena recessione ed i prezzi, anche in città, stanno calando: quasi il 4 per cento in meno nella prima parte del 2012, con punte anche del 10-20 per cento nelle tipologie meno appetibili. Costruire fuori dalle “mura” cittadine, tra l’altro in una zona dove c’è la bomba ecologica dell’ex inceneritore avrà costi sociali ed ambientali enormi. Per fare il tratto di metropolitana da Piazza Repubblica a Piazza Matteotti si spenderanno non meno di 42 milioni di euro. Quanto costerà ai cittadini cagliaritani portare trasporti, servizi, strade ed infrastrutture a Su Stangioni ?
Saranno disposti a vedersi aumentare ancor di più IMU, TARSU (anzi TARES) per veder sorgere una nuova periferia?”. Insomma una posizione molto chiara quella di Dore: assoluta contrarietà al nuovo quartiere eco sostenibile. “Concludo dicendo che tutte le politiche urbanistiche europee vanno verso la cubatura zero, cioè nuove costruzioni solo a seguito di altrettante demolizioni, e verso un recupero degli edifici più datati con ristrutturazioni idonee al risparmio energetico ed all’inclusione delle periferie più degradate col tessuto cittadino. Dobbiamo diventare una smart city e ciò non avverrà certo con la realizzazioni di nuove migliaia di metri cubo di cemento”.
da CASTEDDU ONLINE
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da SARDEGNA QUOTIDIANO
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Potrebbe risolvere i numerosi problemi, numerosi appartamenti ristrutturare i numerosi palazzi da riattare e trasformarli in nuovi monolicali senza occupare niovi spazi in città e si ripopolerebbe anche la Città.
lo penso anche io