Finisce la terra ?

    Foto di Dietrich Steinmetz

    All’indomani della tragica alluvione che ha colpito la Sardegna il 18/11/2013 scorso e dell’approvazione da parte della giunta Cappellacci della revisione del Piano Paesaggistico Regionale (il cosiddetto “Piano Paesaggistico dei Sardi”), i Consiglieri Petrucci, Ghirra, Lobina, Dore e Lecis Cocco Ortu, con il contributo dei partiti di maggioranza di centrosinistra del Consiglio Comunale di Cagliari e del Circolo Copernico, hanno organizzato un convegno per discutere dell’uso e del consumo del suolo, con i seguenti ospiti:

    - Nicola Dall’Olio, Geologo, Capogruppo PD al Comune di Parma e autore del documentario “Il suolo minacciato”, parlerà del rapporto tra consumo di suolo e assetto idrogeologico del territorio, con riferimento agli indirizzi dell’Unione Europea;

    - Sandro Roggio, Architetto che si occupa in modo militante di argomenti che hanno a che fare con il governo del territorio e la difesa dei beni comuni parlerà della filosofia alla base del Piano Paesaggistico Regionale con riguardo al consumo di suolo e alla tutela del paesaggio;

    - Renato Soru, ex Presidente della Regione Sardegna, spiegherà come il Piano Paesaggistico dei Sardi stravolge i principi del Piano Paesaggistico Regionale approvato dalla sua giunta nel 2006.

    - Ivan Blečić, Urbanista e Ricercatore della Facoltà di Alghero, parlerà di come la rendita fondiaria e immobiliare condizionano la crescita urbana delle nostre città.

    Qui di seguito, ecco una sintesi del ns. contributo che abbiamo mandato a Sandro Roggio per un analogo convegno a Sassari.

    “Nelle scorse settimane si sono tenuti a Cagliari due importanti momenti di riflessione sulle drammatiche vicende che sono accadute sulla nostra isola e sulla necessità di curare e salvaguardare il nostro territorio. Sono stati incontri politici molto utili anche al fine di ricucire l’idea di pianificazione all’interno delle forze progressiste sui temi della tutela del territorio introdotti con il Piano Paesaggistico varato dalla Giunta Soru nel 2006.

    Le riflessioni che sono emerse da questi confronti riguardano, quindi, la necessità di ripristinare delle regole nell’uso del territorio, limitandone il consumo e prevedendo un controllo sulla rendita immobiliare e fondiaria. Il fatto che l’Italia fino ad oggi abbia scelto di premiare chi si arricchisce mentre dorme solo per il fatto di avere un enorme vantaggio economico dalla rendita è una profonda ingiustizia. Una profonda ingiustizia che è sempre stata combattuta dai padri del pensiero liberale e che invece l’Italia conservatrice ha assunto come principio inevitabile. Ma in Europa sono tanti gli esempi di Stati che hanno una legislazione che consente di restituire alla collettività parte del vantaggio privato creato dal sistema della rendita, e non sono certo stati bolscevichi (Olanda, Belgio, Germania, Spagna, etc).

    In Italia nel 1962 c’è stata la possibilità con Fiorentino Sullo (moderato Ministro democristiano che propose una legge di riforma radicale) di andare in quella direzione, ma le forti pressioni degli interessi conservatori immobiliari hanno affossato la proposta. Da allora l’Italia ha continuato a consumare territorio a vantaggio quasi esclusivo del privato, arrivando oggi a una situazione di difficoltà per le città italiane che hanno sempre meno risorse per prendersi cura del proprio patrimonio e degli spazi pubblici.

    In base ad una comunicazione del 2011, entro il 2020 le politiche dei Paesi dell’Unione Europea dovranno tenere conto dei loro impatti diretti e indiretti sull’uso del territorio, a scala europea e globale, e il trend del consumo di suolo dovrà essere sulla strada per raggiungere l’obiettivo del consumo netto di suolo zero nel 2050.

    Cosa vuol dire nel concreto per la Sardegna? Ripartire sicuramente da quello strumento che ci invidiano nel mondo che è il Piano Paesaggistico Regionale, nella versione originale e non in quella brutta copia che vorrebbe riaccendere milioni di metri cubi di lottizzazioni sulle coste, facendo entrare dalla finestra le leggi sul golf, sugli usi civici e il piano casa, rendendo in pratica tutto il territorio della Sardegna edificabile, nel momento in cui chiunque abbia anche un solo ettaro di terreno in agro potrebbe costruirsi una casa anche senza essere agricoltore. Su questo punto Renato Soru si era dimesso nel 2009 e oggi il presidente Ugo Cappellacci ce lo ripropone nel suo PPS.

    Per la città di Cagliari, l’obiettivo dell’Amministrazione Zedda è contenerne lo svilupo all’interno dei limiti esistenti, costituiti dalle SS 131 e 554, evitando ulteriore consumo di suolo e restituendo alla città aree verdi, possibilmente agricole, che segnino una discontinuità tra gli agglomerati urbani contermini sempre più frammentati. Questo implica mettere seriamente mano al piano urbanistico per trasformare in agro ciò che non ha senso che venga edificato, agevolare il “costruire sul costruito” e trovare soluzioni per i proprietari di aree che la pianificazione dello scorso ventennio immaginava come vuoti da riempire e non spazi liberi da conservare per un bene collettivo maggiore.

    Siamo convinti che tutte le forze progressiste si debbano unire su questi temi e strappare il governo della nostra terra a questa classe politica miope, scellerata e affarista che non ha restituito alcun sorriso alla nostra isola, ma le ha consegnato nuove povertà, nuovi disastri e nuove vittime.

    Buon lavoro a tutti noi”

      (1401)

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