Gli amministratori tuonano contro lo stop alle Provincia di Cagliari e chiedono le dimissioni del commissario straordinario Pietro Cadau. Durante la conferenza stampa svoltasi nella sede dell’Unione Province Sarde, è stato chiarito che verrà interessata dei fatti anche la presidenza della Repubblica, si ritiene infatti che il Consiglio della Regione Sardegna si sia reso protagonista di una grave violazione di legge ed abbia compiuto anche atti contrari alla Costituzione. Fattispecie – si legge nella nota – che legittimerebbero un suo scioglimento, così come previsto dal Titolo V della Carta e dallo Statuto Speciale.
“Siamo stati dichiarati decaduti per un disegno politico elettoralistico del centrodestra”, ha dichiarato l’ex capogruppo del Pd, Stefano Delunas. “La maggioranza che sostiene Cappellacci sapeva benissimo a cosa andavano incontro; come ha rilevato il TAR ci sono evidentissime violazione alla Costituzione. La situazione è ancora più grave perché la presidente Claudia Lombardo chiese un parere legale a quattro costituzionalisti, studiosi che avevano confermato diversi profili di dubbia correttezza istituzionale. Sono passati quasi due anni dalla celebrazione del referendum, tempo in cui il Consiglio regionale non è ancora riuscito a presentare una legge di riordino degli Enti locali. Noi oggi riteniamo che il commissario straordinario Pietro Cadau sia abusivo e, pertanto, lo invitiamo a rassegnare immediate dimissioni. Riteniamo che anche Cappellacci debba annullare la nomina del Commissario. In assenza di prese di posizione chiederemo al Presidente Giorgio Napolitano di applicare l’articolo 50 dello Statuto Speciale, in cui si specifica che il Consiglio regionale può essere sciolto qualora compia atti gravi contro le leggi dello Stato e della Costituzione. La si deve smettere di legiferare cercando di trasformare i propri desideri in norme giuridiche. Con la creazione dei distretti provinciali siamo di fronte ad una porcata elettorale che prevede la nomina di otto podestà del Governatore sul territorio. Ora siamo in attesa del parere obbligatorio del Consiglio delle autonomie della Sardegna, atto con cui si confermerà la contrarietà a questo riordino amministrativo più che disordinato. Tra le altre cose, la proposta di legge al vaglio del Consiglio regionale, ridicolizza i Sindaci ed i Consigli comunali, rappresentanti dei cittadini che si vedono costretti a subire le direttive di un direttore generale diretta emanazione della tecnocrazia regionale”.
Per il consigliere regionale di Unidos, Alessandro Sorgia, Non è stata rispettata la normativa nazionale dalla Regione. Ricordo che come amministratore del Pdl fui convocato dal presidente Cappellacci, governatore che si limitava a comunicarci il commissariamento della provincia di Cagliari. Annuncio che mi lasciò sgomento, tale fu la sua gravità. Oggi – prosegue l’ex consigliere provinciale del PdL – siamo di fronte ad un vuoto amministrativo: crolli delle scuole possedute dalla Provincia, disagi sulle strade provinciali ed altre gravi lacune di una macchina amministrativa che non riesce a declinare fattivamente le sue competenze. Situazione causata dal puro dilettantismo della Giunta regionale, che sapeva di violare la legge con atti che chiunque avrebbe bollato come illegittimi. Tecnicamente si rende necessario indire nuovi comizi elettorali e celebrare le elezioni”.
“Per quanto concerne la riforma delle Province siamo all’anno zero”, ha dichiarato durante la conferenza stampa, Ignazio Zuddas ex capogruppo della Federazione della Sinistra. “Tutto quanto viene proposto dal Governo viene dichiarato incostituzionale. Come ex componente della commissione Pubblica Istruzione posso affermare che la situazione degli istituti scolastici è grave e non può essere delegata ad un commissario straordinario che – almeno in teoria – si deve occupare solo di ordinaria amministrazione. Serve un immediato cambio di passo, anche con il ricorso a nuove elezioni”.
Anche l’ex presidente del consiglio provinciale di Cagliari, Roberto Pili, è intervenuto durante l’incontro ricordando che “i cittadini hanno tutto il diritto di chiedere una riforma degli Enti locali, ma questo non può essere fatto in spregio delle norme ed azzerando la rappresentatività democratica dell’area vasta. Mi piace poi ricordare i risultati di uno studio condotto dall’università Bocconi, documento che ha certificato come la riduzione delle Province possa addirittura causare un aumento della spesa pubblica di circa 600 milioni di euro. Noi ci eravamo detti disinibiti a collaborare con Giunta regionale e Consiglio regionale ma, ovviamente, volevamo operare nel rispetto della Costituzione e dello Statuto Speciale”.
È intervenuto anche il Consigliere comunale di Cagliari Giovanni Dore. Amministratore che ha ricordato un ordine del giorno in cui l’assemblea cittadina ha condannato l’operato di Giunta e Consiglio regionale: “Sono stato il primo a raccogliere le firme per l’abolizione delle Province. Voglio però che questa rispetti tutti i crismi imposti dal nostro ordinamento. Se non si mette un freno alla Giunta, questa potrebbe decidere di sciogliere dall’oggi al domani i Comuni con meno di cinquecento abitanti. Da un punto di vista tecnico-giuridiche saremmo di fronte ad un atto del tutto simile a quello con cui si è proceduto alla nomina dei Commissari in cinque province su otto” (leggi).
(1588)