Questo è il documento dell’associazione Sardegna Sostenibile e Sovrana sull’attuale situazione politica e sulla scelta del candidato presidente della coalizione sovranista e di centrosinistra.
La gravissima situazione venutasi a creare a causa della totale insipienza della classe dirigente di tutti i partiti del centrosinistra (che ha gestito nel peggiore dei modi sia l’esercizio della volontà popolare attraverso le primarie sia l’esplodere della questione morale sia il passo indietro imposto a Francesca Barracciu), non può esimere tutti coloro che hanno a cuore le sorti della Sardegna di cercare fino all’ultimo di impedire la vittoria delle destre. Ma per provare a vincere le elezioni non basterà scegliere in extremis il migliore nome possibile: sarà necessario anche presentare un programma elettorale realmente innovativo, che tenga conto della fine della stagione dell’Autonomia e che instauri con lo Stato un nuovo rapporto che punti all’autogoverno del popolo sardo.
La sovranità dovrà ispirare ogni azione che riguarda l’impresa economica (che dovrà essere sostenibile), il piano energetico (in attesa del quale sarebbe auspicabile una moratoria di tutti i progetti che mirano allo sfruttamento delle energie rinnovabili e alternative nell’isola), la cultura (riportando al centro la lingua sarda quale fattore di sviluppo della società), l’istruzione e la formazione professionale, una nuova legge urbanistica che riprenda e migliori il Ppr elaborato dal centrosinistra nella legislatura Soru, l’istituzione di una Agenzia sarda delle Entrate, una nuova e rinnovata battaglia contro le servitù militari, una valorizzazione della multifunzionalità dell’impresa agricola e del sistema agroalimentare sardo. Azioni e riforme che dovranno essere portate avanti con estremo vigore e senza lasciare indietro nessuna fascia della società sarda, già in pericolosa sofferenza economica e sociale.
Solo a queste condizioni, e guidata da una figura di già sperimentata competenza professionale e di governo ma autonoma dai partiti e con un profilo morale indiscutibile, una alleanza sovranista e di centrosinistra può ambire a governare la Regione.
Per questo motivo, di tutti i nomi di possibili candidati alla presidenza della Regione che in questi giorni sono circolati, l’associazione Sardegna Sostenibile e Sovrana ritiene che quello del professor Francesco Pigliaru non sia l’unico possibile ma sicuramente il più autorevole, coerente ed adatto a raccogliere la sfida riformatrice sui temi dello sviluppo e della sovranità, in una campagna elettorale difficilissima resa ancora più ardua dagli errori commessi fino ad oggi dai gruppi dirigenti dei partiti, poco attenti alle sollecitazioni che arrivano dalla società sarda. Sbagliare il candidato o immaginarlo avulso dal contesto programmatico, sarebbe l’ultimo errore, a questo punto irreparabile.
(2043)
06 Gennaio 2014
Pd, trattativa nella notte Pigliaru e Scanu i due favoriti.
Si cerca di trovare l’intesa su un nome per evitare spaccature e votazioni nella direzione regionale, convocata a Oristano per le 10.30 di oggi. Mezzanotte. Luci accese in via Emilia. E buio nel Pd, che non riesce a trovare il suo nome per le Regionali. Neppure con l’aiuto di Luca Lotti, alter ego di Matteo Renzi, mandato in Sardegna per mettere d’accordo il partito delle mille correnti bellicose e irriducibili. Niente da fare, nessun accordo, dopo sei ore di vertice tra Lotti, Silvio Lai, Francesca Barracciu e i big democratici. La trattativa va avanti, il candidato spunterà forse dopo un viaggio al termine della notte fatto di pizzette, sigarette, coca cola (niente mandarini, stavolta). Possibili nomi? I soliti: Francesco Pigliaru e Gian Piero Scanu, la prima fila, poi Aldo Berlinguer. Di rincalzo, Franco Siddi e Attilio Mastino. Oppure Mister X: il candidato a sorpresa, finora non emerso. In queste battaglie di posizione può sempre spuntare in extremis.
ULTIMA CHIAMATA Resta convocata la direzione regionale per le 10 e mezzo di oggi a Oristano, resta anche la consapevolezza che bisogna arrivare a questo appuntamento con un’intesa: l’alternativa è una conta pubblica e inopportuna. Sarebbe come rifare le primarie tra i 60 componenti della direzione. Ma non basta la presenza di Lotti, responsabile organizzativo nazionale del Pd e vero uomo di fiducia di Renzi, a sbloccare la situazione. L’inviato del segretario arriva a Cagliari poco dopo le 13, mangia qualcosa al volo e finisce nella sede del partito in via Emilia. I vari leader arrivano alla spicciolata a partire dalle 16, ma sono quasi le 18 quando si trovano attorno al grande tavolo del secondo piano per la discussione collettiva. Ci sono gli esponenti più vicini a Barracciu (Siro Marrocu, Chicco Porcu, Gavino Manca, Sebastiano Mazzone, Benedetto Barranu), ci sono i deputati lettiani Francesco Sanna e Marco Meloni, e poi Renato Soru, Paolo Fadda, Tore Sanna, Thomas Castangia ed Emanuele Cani. Tutti chiusi dentro senza poter rispondere al cellulare, al massimo sfugge qualche sms. «Molta tattica, ancora nulla di fatto», raccontano alcuni dei partecipanti, quando le porte del conclave si sono chiuse già da qualche ora. Pare che l’ex Candidata proponga Gian Piero Scanu, assente all’incontro, su cui però non si crea unanimità. Le indiscrezioni dicono che, in mattinata, lo stesso Antonello Soro (voce autorevolissima dell’area Franceschini, cui fanno riferimento Barracciu e Scanu) abbia sondato su questo punto Renato Soru. Altri esponenti dell’area soriana invece avrebbero dialogato con Pigliaru. Ma le perplessità dell’ex governatore, sia su un’ipotesi che sull’altra, sarebbero rimaste in piedi.
PER IL PROFESSORE In favore di Pigliaru si pronuncia, in serata, “Sardegna sostenibile e sovrana”, l’associazione presieduta da Pierluigi Marotto e di cui fanno parte, tra gli altri, figure come Susanna Galasso, Enrico Lobina, Vito Biolchini e Giovanni Dore. Denunciando la «totale insipienza» del gruppo dirigente del centrosinistra nel gestire la vicenda della candidatura alla presidenza e il passo indietro di Francesca Barracciu, si afferma che «quello del professor Francesco Pigliaru non è l’unico nome possibile, ma sicuramente quello più autorevole, coerente ed adatto a raccogliere la sfida riformatrice sui temi dello sviluppo e della sovranità, in una campagna elettorale difficilissima, resa ancora più ardua dagli errori che sono stati commessi fino a oggi».
SCENARI Non si sa se l’appello abbia fatto breccia nel muro di silenzio eretto dal conclave di via Emilia, ma in ogni caso non sembra averne orientato le scelte. «Finora solo sfoghi», confida uno dei “cardinali” dopo molte ore di discussione. Pare di capire che i veti dell’una o dell’altra parte impediscano il decollo della candidatura Pigliaru e di quella di Gian Piero Scanu. Aleggia anche l’ipotesi Aldo Berlinguer, a quanto pare non sgradita a Barracciu e ai suoi. Mentre non fanno presa i nomi di Alessandro De Martini e Giovanni Monni. Invece Mastino e Siddi, inizialmente meno forti, potrebbero recuperare clamorosamente se, nella discussione, venissero eliminate le soluzioni precedenti. Ma a mezzanotte le luci sono ancora accese in via Emilia. La stanchezza aumenta, eppure nessuno cede. Si alzano i toni. Ma tutti giurano che si tenterà fino all’ultimo di trovare un’intesa, a costo di arrivare fino al termine della notte.
da L’UNIONE SARDA (Giuseppe Meloni)