Alberi del Terrapieno: l’assemblea e la ns. richiesta al Sindaco.

    di Giovanni Dore

    Dopo l’interrogazione dei giorni scorsi (leggi), oggi (pur dovendo poi scappare per andare a un matrimonio !) mi sono recato all’assemblea dei cittadini che chiedevano di salvare gli alberi di terrapieno.

    Essendo l’unico rappresentante dell’amministrazione presente sul posto (privo di alcuna “delega” da parte di sindaco e assessori) ho fatto anche da “parafulmine” alle proteste dei presenti che, peraltro, condivido. L’intervento appare a noi tutti eccessivo e dispendioso (e i tecnici da me copnsultati lo confermano).

    La mattina è stata anche istruttiva, visto che – oltre di possibili accorgimenti tecnici – si è parlato molto della storia di quella parte della città e degli stessi alberi che stiamo cercando di salvare (bella la lettura di Mario Faticoni di alcuni brani di una guida sulle piante in città) .

    Di rientro dal matrimonio ho quindi scritto (con alcuni altri consiglieri) la seguente email al Sindaco ed all’Assessore Marras, che qui ritrascrivo.

    Caro Massimo,

    nei giorni scorsi abbiamo partecipato ad alcuni incontri con i cittadini di Villanova che si dolevano per il massiccio intervento di demolizione e ricostruzione del muro del terrapieno, del taglio di numerosi pini e del prossimo espianto di numerose piante (in particolare 3 delle 36 fitolacche presenti in città) e del mancato coinvolgimento del quartiere in ordine all’ intervento deliberato. Abbiamo sentito alcuni tecnici che hanno fatto dei sopralluoghi nella zona, rilevando che il muro in questione (parrebbe realizzato in pietra calcarea di Cagliari, ormai introvabile) potrebbe essere consolidato (in tutto o in parte) mediante palificazione della parte danneggiata e riapertura delle caditoie per la fuoriuscita delle acque meteoriche, anni fa sciaguratamente chiuse a seguito di una intonacatura “totale” (di analogo tenore è stato l’intervento di Matteo Murgia su L’Unione). Per quanto concerne le piante ancora esistenti, invece, è stato suggerita una regolare potatura (che non risulta effettuata – non capiamo il perché ! – da numerosi anni) e la permanenza in loco con accorgimenti di vario tipo (tiranti, griglie di contenimento). E’ stata invece sconsigliata l’espianto che, oltre a compromettere il rischio di vita della pianta, creerebbe un danno paesaggistico ed ambientale di rilevante entità. Il tutto parrebbe persino comportare un notevole risparmio dei tempi e dei costi dell’intervento, liberando risorse che potrebbero essere reimpiegati nella zona rifacendo alcune parti, danneggiate, della pavimentazione. Alla luce delle presenti considerazioni, Ti preghiamo pertanto di voler attivare, anche attraverso dei tecnici “indipendenti” e sensibili alla specificità del quartiere, una miglior (ri)valutazione dell’intervento in corso, auspicando – per il futuro (anche in relazione alle scelte che verranno adottate sul punto) – un maggior coinvolgimento della popolazione (ed anche del consiglio Comunale) su interventi invasivi di questo tipo.

    Cordialmente

    (1696)

      2 thoughts on “Alberi del Terrapieno: l’assemblea e la ns. richiesta al Sindaco.

      1. CAGLIARI TERRAPIENO, presidio per salvare gli alberi dal taglio

        Tutti davanti agli alberi che cadono in Terrapieno. Quasi in cento ieri mattina per chiedere lo stop ai lavori che nei giorni scorsi ha portato al “taglio” di cinque pini: tra loro il regista Enrico Pau, residenti, ambientalisti, rappresentanti di associazioni. Il messaggio è chiaro. Salvate gli alberi del Terrapieno: al limite potateli, ma non portateli via. Una battaglia che non è finita ieri: oggi è previsto un nuovo presidio. Le piante erano state rimosse dal Comune per mettere in sicurezza il muro di via San Saturnino. Ma ora i residenti temono per la sorte di un grande phytolacca e di tutte le altre piante del costone sopra la struttura che delimita la strada. «Dobbiamo opporci – ha spiegato Andrea Olla, protagonista negli anni scorsi di una analoga battaglia per gli alberi di piazza Giovanni XXIII – in passato siamo riusciti a far cambiare idea all’amministrazione». I residenti protestano perché la decisione non sarebbe stata concertata con il quartiere: «Ci sono soluzioni alternative – hanno spiegato – ad esempio la potatura degli alberi e la sistemazione del muro con paletti e cemento. Magari con dei bocchettoni per fare filtrare l’acqua, tra le maggiori responsabili dei cedimenti». Il Comune nei giorni scorsi ha garantito che i pini saranno, al termine dei lavori, rimpiazzati da altre piante. E che, anzi, ci saranno due alberi in più. «Ma è impossibile – hanno protestato alcuni abitanti del quartiere – garantire ad esempio che la phytolacca possa sopravvivere nel caso in cui dovesse essere portata via». Una battaglia che andrà avanti. «Non dimentichiamoci – ha detto Maria Paola Morittu di Italia Nostra – che esiste il piano paesaggistico». All’assemblea ha partecipato anche l’ex presidente della circoscrizione centro storico Gianfranco Carboni. «Avevamo ben altri progetti – ha detto – per via San Saturnino, da valorizzare anche per i suoi murales. Questo intervento mi sembra eccessivo». Presente anche il consigliere comunale dell’Idv Giovanni DORE. «Per quanto riguarda la sistemazione finale del verde nell’area – aveva spiegato nei giorni scorsi l’assessore ai Lavori pubblici Luisa Anna Marras in risposta alle prime polemiche – come già dichiarato in Consiglio comunale c’è tutta la disponibilità dell’Amministrazione a predisporre un nuovo studio e un progetto sul verde che verrà condiviso con la collettività».

        L’UNIONE SARDA (Luca Mascia)
        TERRAPIENO. Ieri manifestazione, oggi sarà bloccato il cantiere

        I cittadini e la guerra dei pini: «Ci opporremo ad altri tagli». Il destino degli alberi del Terrapieno non è ancora segnato. Ne sono convinti i partecipanti all’assemblea che si è tenuta ieri mattina in viale Regina Elena davanti al cantiere nel quale sono stati già abbattuti cinque pini e dove nei prossimi giorni si procederà allo spostamento di quattro piante centenarie colpevoli di aver danneggiato con le radici il sottostante muro di sostegno. Residenti, ambientalisti e cittadini si sono così uniti in un abbraccio simbolico al patrimonio arboreo in pericolo e annunciano che se il Comune non farà retromarcia da oggi ostacoleranno i lavori con ogni mezzo. LE PROTESTE «È impensabile che nel 2013 la ristrutturazione di un muro debba comportare una strage di alberi – ha commentato uno dei promotori della protesta, Andrea Olla, ambientalista – il Comune inoltre parla di emergenza anche se il progetto è stato redatto nel 2008». Gli fa eco Adele Piras, residente in via San Saturnino. «Esistono pareri alternativi altrettanto validi che sostengono si possa mettere in sicurezza il cantiere lasciando gli alberi al loro posto, noi chiediamo di prenderli in considerazione». I precedenti confortano i sostenitori della battaglia, su provvedimenti analoghi il Comune è tornato sui propri passi: «Nel 2010 una mobilitazione popolare salvò dal taglio cento ficus in piazza Giovanni XXIII – ricorda Olla – non sì può calpestare il volere della cittadinanza». PRONTO UN RICORSO AL TAR I manifestanti sono sicuri di avere la legge dalla loro parte: «Il Piano paesaggistico regionale proibisce interventi così invasivi nei centri storici – ha spiegato Maria Paola Morittu, esponente di Italia Nostra – siamo pronti a presentare un ricorso al Tar per far valere le nostre ragioni, ma prima è necessario spegnere le motoseghe perché domani potrebbe essere troppo tardi». Giovanni Dore, consigliere comunale dell’Idv ha spiegato che «gli uffici tecnici stanno vagliando soluzioni alternative», ma i cittadini lamentano la poca chiarezza espressa fino ad ora all’Amministrazione, anche in considerazione del fatto che nel programma del sindaco è prevista, in previsione di situazioni del genere, la Conferenza cittadina sul verde pubblico. «Nessuno ci ha dato certezze sull’esito positivo dell’espianto – commenta Francesco Scanu, residente a poche decine di metri dal cantiere incriminato -, né spiegato come il rifacimento di un muretto possa costare 312mila euro». Il gruppo di cinquanta persone riunitosi ieri si è sciolto con un arrivederci alle otto di oggi. «Se il sindaco Zedda non ci ascolta – hanno annunciato i promotori – siamo pronti a ostacolare i lavori con ogni mezzo».

      2. Qui il comunicato stampa del comitato del quale ho condiviso la battaglia, mi piace pensare che l’esito positivo sia stato anche grazie al mio intervento della email di cui sopra ed ai successivi colloqui con l’assessore, i tecnici e i cittadini che hanno collaborato con proposte e iniziative valide.

        Comunicato stampa del “Comitato Salviamo gli Alberi di Terrapieno”

        Venerdì 15 novembre c.a. l’assessore ai lavori pubblici Luisanna Marras ha finalmente incontrato i rappresentanti del Comitato “Salviamo gli alberi di Terrapieno” e ha comunicato le ultime novità in merito a una vicenda che ha interessato la città negli ultimi due mesi: gli alberi in questione (tre fitolacca e un albero del falso pepe) saranno salvati. Infatti (in risposta alla mobilitazione e agli appelli del Comitato, supportati da proposte concrete) l’assessore Marras e i tecnici del Comune ing. Olla e ing. Passa hanno riesaminato il progetto originario e valutato che è possibile approvare delle varianti che consentono di realizzare la messa in sicurezza del muro di contenimento senza eliminare gli alberi. Come Comitato (pur con l’amarezza di aver visto tagliare nello stesso sito ben sei pini) esprimiamo soddisfazione per l’esito della vicenda, che con la conservazione degli alberi più pregiati garantisce anche la conservazione dell’assetto paesaggistico di uno dei siti più belli della città. Nel ringraziare i molti (amministratori e tecnici) che si sono adoperati a questo fine, auspichiamo per il futuro che la voce di cittadini e cittadine sia ascoltata preventivamente, favorendo così il dialogo e la realizzazione della “Democrazia partecipativa”

        “Comitato Salviamo gli Alberi di Terrapieno”

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