In Sardegna oggi abbiamo 7,2 anziani over 65 per ogni bambino.
Nel 2050 la Sardegna passerà da 1.658.000 a 1.365.000 abitanti e gli over 65 saranno il 40% e gli under 18 meno del 10%. In questi ultimi decenni abbiamo assistito al crollo della natalità e abbiamo lasciato che si desse la colpa al luogo comune dell’emancipazione femminile, facendo finta di non vedere che i bambini nascono eccome. Vogliamo che i bambini siano rimessi al centro dell’iniziativa politica, che guarda caso trova risposta nella Scuola e nella Sanità pubblica.
Vogliamo che si facciano asili nido, non solo perché servono ai genitori che lavorano ma perché sono fondamentali per lo sviluppo psico-fisico dei bambini.
Vogliamo ripartire dai diritti e dai bisogni dei bambini, come il diritto alla salute, visto che in Sardegna mancano circa un centinaio, forse già 130 pediatri.
Politiche per i giovani e per contrastare il disagio giovanile.
I ragazzi dai 10 ai 20 anni, se non hanno una famiglia alle spalle che li segue e li protegge, sono allo sbando. Se non hanno la fortuna di fare sport e non sono particolarmente appassionati allo studio hanno come unica alternativa la strada, l’alcool e le droghe. Oggi i ragazzini iniziano a bere super alcolici alle medie. Lo Stato non può lasciare tutta la responsabilità alle famiglie che se sono benestanti e fortunate possono permettersi di far fare ai propri figli tante attività, ma se non lo sono, lasciano i ragazzi alla mercè di se stessi. I vecchi oratori delle parrocchie un tempo assolvevano a questa funzione, di consentire di fare sport, musica e attività teatrali e di gioco ai ragazzi di tutte le condizioni economiche. Una legge regionale ha stanziato 1 milione di euro di contributi per gli oratori. Torniamo sempre lì: è un inizio ma sono pochi.
1) stanziare più soldi per i giovani, in politiche di prevenzione e di divulgazione nelle scuole, in politiche di incentivazione anche economica allo sport, alle attività artistiche, teatrali e alla musica;
2) approvare misure di contrasto al disagio giovanile con la promozione di uno stile di vita sano, dello sport, della musica e dell’arte, attraverso campagne di divulgazione e sensibilizzazione nelle scuole (prevenzione malattie, disturbi psicologici, uso di alcool e droghe, bullismo, uso del web, ecc.), ma anche attraverso la proposta di laboratori di teatro, di musica e approfondimenti su nutrizione e attività motorie e sportive, con giochi e stage, e conferenze mirate condotte da esperti delle varie materie;
3) promuovere di politiche alternative all’ozio e alla strada: escursioni a piedi o in bicicletta, scoperta del territorio, attività ludiche e di intrattenimento di vario genere, spettacoli teatrali e di musica, attività di volontariato e service, corsi di lingue e interscambi culturali, progettazione e sviluppo della socialità, della cultura del rispetto e della leadership;
4) istituire la collaborazione con gli enti no profit, le associazioni sportive e culturali, i teatri, le scuole di musica, le parrocchie e singoli volontari della società civile.
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