Tuvixeddu: la delibera della Giunta merita una riflessione.

    di Giovanni Dore 

    La questione è delicata e di estrema importanza per il futuro della città. Già nei mesi scorsi abbiamo affrontato degli asseriti risarcimenti che la Coimpresa potrebbe pretendere per i vecchi espropri di via castelli, questione che il ed Andreozzi (al contrario di quanto ritenuto da Ballero) abbiamo sostenuto essere priva di rischi sotto il profilo giuridico e patrimoniale .

    Adesso affrontiamo il problema di una delibera della giunta che dà il via libera alla copianificazione per la delimitazione delle aree oggetto di vincolo ma che, a parere di alcuni di noi (io, Ghirra, Andreozzi) è manchevole per quanto riguarda il profilo dei vincoli imposti dal PPR (la cui “supremazia” sugli accordi di programma è stata recentemente sancita dal Consiglio di Stato) e rischiosa per l’eccessiva discrezionalità rispetto al lavoro della perimerazione.

    La discussione è aperta e desta grande interesse in città soprattutto nel’area degli ambientalista che, giustamente, ha combattuto una storica (e civile) battaglia per preservare l’area di Tuvixeddu e Tuvumannu e chiede la massima attenzione alla nuova amministrazione. Non è vero invece che ci sia “veleno” tra i consiglieri e sindaco, come qui sotto è riportato, ma una franca e civile discussione. Vero è invece che chi ha “spifferato” alla stampa, in tempo reale, il contenuto di una riunione riservata a tutto sta pensando fuorché all’interesse della città.

    Ad ogni buon conto qui sotto riporto il contenuto di tre significativi articoli usciti in questi giorni sulla questione.

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    10 Febbraio 2012

    Tuvixeddu, la delibera della discordia.

    CAGLIARI. La giunta sceglie il silenzio e preferisce non commentare. Che le critiche arrivino dall’opposizione fa parte del gioco: la giunta del sindaco di Cagliari Massimo Zedda è abituata, ma non quando provengano dalla sua area di riferimento. Mentre ieri Giorgio Todde, il medico scrittore, autorevole voce critica del centro sinistra, è andato giù pesante accusando dalle colonne della Nuova la giunta Zedda di aver tradito le aspettative dei tanti che pensavano che col nuovo governo del capoluogo l’urbanistica avrebbe prevalso sull’edilizia, che avrebbe vinto il verde… «Invece una delibera di questa giunta ci toglie ogni illusione». Il riferimento specifico è a Tuvixeddu e al modo di valorizzare la necropoli punico romana e il colle in cui si inserisce. Polemica che ha diviso i consiglieri della maggioranza. L’atto dell’esecutivo a cui ci si riferisce è dell’11 gennaio di quest’anno, in cui – secondo Todde – si ritorna all’idea «asfittica del vincolo archeologico» che conduce alla realizzazione di un parco «francobollo strangolato da mattoni e bitume». Di certo le critiche di Todde hanno creato imbarazzo nei gruppi che reggono l’esecutivo in assemblea comunale e provocato reazioni diverse. Per Andrea Scano (Pd), presidente della commissione consiliare all’Urbanistica, la questione è «più complessa: la delibera dà mandato al sindaco di firmare il risultato degli incontri con Regione, soprintendenze e ministero. Ad ogni modo bisognerà trovare una soluzione realisticamente attuabile: salvaguardare l’intera area e far sì che il parco resti di proprietà pubblica, tenendo presente che nell’accordo di programma, firmato nel duemila (che delimita il parco a una parte del colle e prevede ai suoi lati duecentosettantamila metri cubi di edificazioni da parte della Coimpresa – ndr) si ipotizza anche che l’area protetta passi al Comune. E questo deve restare. Per ciò bisognerà trovare un accordo con l’imprenditore privato, con relativo intervento della Regione per le risorse economiche da mettere nella trattativa». Da parte sua Todde ma anche Maria Paola Morittu (responsabile del settore tutela dei monumenti di Italia Nostra) sostengono che «questo Comune dovrebbe (…) oggi necessariamente adeguare il piano urbanistico al piano paesaggistico regionale». Fatto che renderebbe l’area inedificabile, come previsto anche dalla sentenza del Consiglio di Stato del marzo dello scorso anno. Ma va detto, precisa Davide Carta (capo gruppo in assemblea municipale del Pd) che «il vincolo paesaggistico è enorme: va da viale Sant’Avendrace a via Is Mirrionis e deve necessariamente essere precisato assieme a Regione, ministero e soprintendenze. E noi ci muoviamo in questa direzione». Mentre l’affermazione di Todde che vi sarebbe una continuità amministrativa con la passata giunta di centrodestra «è ingenerosa», afferma Francesca Ghirra (Sel, presidente della commissione consiliare alla Cultura): «Noi abbiamo bloccato il parcheggio sotto via Roma deciso dal precedente esecutivo». Mentre, continua Ghirra, «non è vero quello che afferma Todde che vorremmo “costruire un’orribile e smisurata casa dello studente” in viale La Plaia, visto che noi ipotizziamo di crearvi due strutture per complessivi cinquecento posti letto. Né alcuno di noi ha “dichiarato di voler abbattere lo stadio Sant’Elia”, semmai ristrutturarlo». Insomma «no ai diktat degli ambientalisti», sottolinea Filippo Petrucci (di “Meglio di prima non ci basta”, presidente della commissione Affari generali): «Occorre una soluzione anche politica». Alcuni si appellano al realismo politico: «La questione è molto complessa – afferma Fabrizio Rodin (Pd e presidente delle Politiche sociali) – e il Tar ha sempre dato ragione al privato. Da qui la necessità di essere prudenti, anche perché la situazione economica è molto critica». Posizione condivisa anche da Francesco Ballero (Socialisti): «Bisogna trovare una soluzione tecnicamente compatibile e rispettare pure i diritti della Coimpresa». La delibera della discordia è stata anche discussa la settimana scorsa durante un incontro tra la maggioranza e il sindaco Zedda. «Sino ad ora – spiega Giovanni Dore, Idv – nella passata consiliatura si è proceduto per stralci sui singoli problemi urbanistici. Mentre sarebbe meglio cambiare prima il quadro (l’adeguamento del piano urbanistico al piano paesaggistico regionale) e poi intervenire sui singoli problemi. Ad ogni modo ci muoviamo in discontinuità verso la precedente giunta col coinvolgimento di tutto il Consiglio». Impostazione condivisa anche da Giuseppe Andreozzi (Rossomori). Infine «la questione è di grande delicatezza – dice Piergiorgio Meloni, Pd – teniamo presente che non ci sono soldi: il bilancio è risicatissimo e subisce tagli continui. A questo punto credo ci vorrebbe un mediatore tra le amministrazioni e il privato: un vecchio democristiano tipo Beppe Pisanu».

    da LA NUOVA SARDEGNA (Roberto Paracchini)

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    10 Febbraio 2012

    TUVIXEDDU Il futuro del colle torna a scuotere il Comune.

    L’ opposizione la appoggia, gli ambientalisti protestano e nella maggioranza il dibattito è acceso. Evidentemente qualche passaggio di “non facile interpretazione ” della delibera numero 1 della giunta Zedda sul colle di Tuvixeddu, che riguarda il progetto della Coimpresa di Gualtiero Cualbu, deve aver confuso le acque. «Vogliamo affermare la nostra condivisione all’impostazione della delibera dell’11 gennaio 2012 che, per quanto di non facile interpretazione, fa salve le scelte del Puc ed il richiamo all’accordo di programma in esso contenuto », hanno scritto in una nota il capogruppo in Consiglio comunale dei Riformatori, Alessio Mereu, e la coordinatrice cittadina del partito, Anna Maria Busia. D’accordo con l’interpretazione dei Riformatori, il capogruppo Pdl Giuseppe Farris parla di «atto politico che si pone in continuità con le decisioni della giunta Floris» e annuncia il sostegno del suo partito alla delibera. Il documento in questione è stato da subito oggetto di critiche provenienti da sinistra perché considerato uno strumento per riaprire la strada al cemento sul colle. Sull’argomento è intervenuto a piedi uniti, dalle pagine della Nuova Sardegna, lo scrittore Giorgio Todde. E l’associazione ambientalista Italia nostra, con una lunga lettera aperta pubblicata ieri dal sito Sardegna democratica, di ispirazione soriana, ha chiesto di revocare la delibera e di dare avvio al processo di adeguamento del Piano urbanistico al Piano paesaggistico regionale come previsto dalla legge.

    IL CENTROSINISTRA Nessuna continuità con il passato. La delibera ha lo scopo principale, come spiega Davide Carta, capogruppo Pd in consiglio comunale, «di dare mandato al sindaco, in base alle norme in materia di copianificazione, a rappresentare direttamente il Comune al tavolo con il ministero dei Beni e delle Attività Culturali e la
    Regione». Nel testo ci sono anche le linee di indirizzo alle quali attenersi, che il consiglio dovrà approvare. Il punto centrale su cui si fondano gli equivoci, è il riferimento al Puc: «È da considerarsi di contesto», specifica Carta, «Ci rifacciamo al Ppr e alla sentenza del Consiglio di Stato: l’accordo di programma non viene salvato ». Niente ritorno al cemento dunque: Carta parla di strumentalizzazioni rispetto ad un riferimento al Puc comunque dovuto. «Penso che sia prematuro e strumentale dire un sì o un no ad una delibera che non è stata ancora calendarizzata», sostiene Sergio Mascia, capogruppo di Sel, «Quella dei Riformatori è u n’interpretazione: non c’è nessun riferimento all’accordo di programma nel testo». «È marginale», conferma Giovanni Dore, capogruppo Idv. «È importante aver dato il mandato al sindaco, ora valuteremo alcuni passaggi delicati come il richiamo al Puc vigente: il vostro riferimento principale sarà il rispetto della sentenza del Consiglio di Stato».

    I DUBBI DEL PDL Le spiegazioni che arrivano dai banchi della maggioranza non convincono il Pdl: «Quel documento è chiaro e conferma l’impostazione urbanistica della giunta precedente», insiste Farris, «È un atto politico del sindaco che evidentemente vuole portare in Consiglio la questione Tuvixeddu, un problema sul quale devo registrare forti influenze esterne, da associazioni che non fanno capo certo al centrodestra. Attendiamo il passaggio in aula per vedere chi sarà presente e come voterà». da SARDEGNA QUOTIDIANO (Michele Salis)

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    02 Febbraio 2012 

    Tensioni interne e pressioni su TUVIXEDDU. 

    L’INCONTRO In maggioranza divisioni sul futuro del Colle Intervento degli ecologisti ma il fronte si è spaccato.Le porte erano chiuse, ma dagli spiragli sono filtrati i veleni. La riunione della maggioranza del Comune di martedì era stata convocata per discutere, tra le altre cose, di Tuvixeddu e del suo destino. Sul tavolo c’era una delibera della Giunta che potrebbe aprire la strada alla soluzione della vicenda dei palazzi della Coimpresa di Gualtiero Cualbu. Un atto che dovrebbe stabilire cosa si può fare sul colle di Tuvixeddu secondo il Comune. Un tema spinoso sul quale incombe una sentenza del Consiglio di Stato secondo la quale nell’area intorno alla necropoli non si potrebbe spostare nemmeno una pianta. Il sindaco Massimo Zedda ha espresso, più di una volta, la volontà di mettere la parola fine sulla questione e ha aperto il dialogo con Cualbu. Con lui c’è quasi tutto il gruppo del Pd. Fredda è invece una rappresentante di Sel, il suo partito: Francesca Ghirra è per la linea dura, nessuna concessione alla trattativa. Con lei sarebbe schierato anche Giovanni Dore, esponente Idv e avvocato, che con due colleghi (Andreozzi e Ballero) aveva annunciato di aver messo in piedi una sorta di commissione consiliare di studio per approfondire gli aspetti legali della vicenda. Una scelta che aveva fatto infuriare altri colleghi della maggioranza, che non avevano riconosciuto alcun valore all’iniziativa. Lo stesso Zedda l’aveva accolta con una freddezza inusuale. Sulla riunione ha pesato anche l’opinione di una parte degli ambientalisti cagliaritani (altri prendono le distanze), che fanno riferimento a Italia Nostra, pronti a tutto, anche ad azioni legali, se su Tuvixeddu venisse presa una decisione che si sposta di una virgola dal blocco totale. Il sindaco ha ben chiare tutte le posizioni in campo, la delibera della giunta non è ancora stata messa all’ordine del giorno in consiglio comunale. Resterebbe comunque valida una dichiarazione che il primo cittadino fece dopo il primo “attacco” ecologista sulle sue politiche per Tuvixeddu: «Non mi faccio dettare l’agenda da nessuno», spiegò il sindaco.

    da SARDEGNA QUOTIDIAMO (E. F.)

     

      (1309)

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