RIDURRE LA CUBATURA DEGLI STABILIMENTI
Vincenzo Tiana (Legambiente): limitare subito il peso delle strutture in muratura che si trovano sulla spiaggia.
Poetto “salvaguardia e valorizzazione”.
CAGLIARI. Per il futuro del Poetto occorrono soldi, alleanze e progetti: con Bruxelles, Roma o Cagliari (Regione). Purchè si parta davvero con il nuovo Poetto disegnato in aula durante la discussione sul Pul (Piano utilizzo del litorale), quella delle cannonate agli stabilimenti, soprattutto militari.
Gli ingredienti sono tre: sabbia, legno e cemento. Ma per il Poetto uno dei tre è di troppo. E il messaggio lanciato dal Consiglio comunale mercoledì e ribadito dagli ambientalisti all’indomani dell’approvazione del Piano di utilizzo dei litorali è stato molto chiaro: se non sarà “rivoluzione”, sia almeno “riconversione”. Gli stabilimenti storici sono avvisati. E, in qualche modo, mezzo salvati: molti chiedono strutture “leggere”. Ma la frase più sentita è anche «niente guerre di religione». E niente pasticci.
Dopo il Pul, per non rimanere in sospeso, c’è bisogno di un passo avanti: «Si faccia subito un’intesa con la Regione – spiega Giovanni Dore, capogruppo Idv – per un masterplan del Poetto. Ma nessuna mossa avventata: servono studi e approfondimenti prima di intervenire. Non possiamo permetterci di sbagliare con un bene così prezioso». Anche se la strada ormai è quella: «Gli stabilimenti civili – continua Dore – possono essere riproposti con strutture in legno. Al limite potrebbero essere salvati solo gli edifici di particolare pregio architettonico o di interesse storico. Non importa se il processo di cambiamento comincerà nel 2015, nel 2017 o il 2020: è fondamentale che si punti alla rinaturalizzazione».
Da Legambiente arriva l’invito al Comune a continuare su questa strada. Sì, ma ora cosa si fa? «Il Comune – spiega Vincenzo Tiana, presidente regionale dell’associazione ecologista – deve essere l’ente proponente: può chiedere alla Regione e allo Stato di intervenire». Il cemento armato, ormai è il nemico numero uno: «È un vincolo rigido – spiega- in un sistema flessibile. Bisogna aiutare la natura a proteggere se stessa: per questo è fondamentale il cordone dunale». Paradossalmente proprio una struttura in cemento, l’ospedale Marino, ha consentito la formazione e la sopravvivenza dell’unica duna al Poetto dai tempi del vecchio tram. «Ma lo stesso effetto – continua Tiana – si può creare proprio aiutando, in maniera armonica e naturale, la sabbia a rimanere dov’è e a non disperdersi. Serve il cordone dunale e sarà fondamentale anche ridurre le volumetrie degli stabilimenti storici. Il modello deve essere quello utilizzato per gli attuali chioschetti». Ma per intervenire servono anche finanziamenti: «Non bisogna andare molto lontano dice Tiana – a Villasimius si stanno sperimentando nuove soluzioni grazie a un finanziamento europeo. A Posada si sta utilizzando un fondo regionale».
Il primo banco di prova, secondo gli ambientalisti, sarà rappresentato dal nuovo lungomare del Poetto con annessa pedonalizzazione.
da LA NUOVA SARDEGNA (Stefano Ambu)
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01 Novembre 2012
C’E’ IL PUL, ORA ATTACCO AGLI STABILIMENTI.
Salvati i baretti dalla demolizione, il consiglio comunale punta a eliminare gli edifici balneari storici dalla spiaggia.
Il Poetto che verrà: le nuove regole.
CAGLIARI. Il Pul del ritorno alle dune e degli accessi obbligati in spiaggia è stato approvato e i baretti sono virtualmente salvi. Ma restano le cannonate agli stabilimenti storici, balneari e militari, considerati troppo pesanti per il futuro del Poetto.
C’è un emendamento inserito e votato dall’assemblea civica che per quanto quelle strutture siano fuori dalla competenza del piano di utilizzo dei litorali, riguarda proprio loro. Si tratta di un indirizzo «perché i titolari propongano progetti di ristrutturazione e riconversione degli attuali manufatti in cemento- che insistono sull’arenile con grave incremento dei fenomeni di erosione- volti a ridurre le volumetrie esistenti e a rinaturalizzare le aree interessate con la demolizione delle strutture e la realizzazione di nuove strutture con materiali a basso impatto ambientale e a carattere precario e amovibile».
Non basta. C’è anche un ordine del giorno firmato da molti consiglieri di centrodestra che riguarda gli stabilimenti con le stellette, che sarà discusso forse già la prossima settimana in aula. La premessa: «Si tratta di aree date in consegna- ha detto il capogruppo del Pdl Giuseppe Farris – e non in concessione». E, si legge nel documento «che sono venuti meno gli usi per i quali tali aree erano stati consegnati».
Conclusione: ora tocca al sindaco «rappresentare al ministero competente che sono cessati gli usi in forza dei quali le aree erano state consegnate». Come dire: Zedda bussa alle porte dei militari.
Sul tema, questa volta stabilimenti sia civili sia militari, c’è anche un altro ordine del giorno del centrosinistra. Subito in trincea i consiglieri Gennaro Fuoco (Fli) e Alessio Mereu (Riformatori). Il concetto comune ribadito da entrambi è che quegli spazi sono frequentati da molti civili e danno posti di lavoro. C’era da aspettarselo.
Tornando agli stabilimenti in generale il capogruppo Idv Giovanni Dore ha precisato i termini della questione: «Non vogliamo fare espropri – ha detto in aula – vogliamo portare i concessionari a ragionare sul futuro per il bene del Poetto fermando l’erosione. Serve una riconversione, magari potrebbero essere salvate quelle strutture che per la soprintendenza hanno valenza architettonica». Il presidente della commissione urbanistica Andrea Scano ha ribadito il concetto: «Se il Poetto dovesse diventare una distesa di sassi- ha detto – nessun operatore e nessun cittadino sarebbe content». Molto duro con le stellette anche Paolo Casu (Psd’Az): «Lo Stato molto ci chiede- ha detto- e poco ci dà». Come dire: il momento è arrivato.
da LA NUOVA SARDEGNA (Stefano Ambu)
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E’ GUERRA AGLI STABILIMENTI.
E Dore (Idv) presenta un emendamento su Lido, D’Aquila e Ottagono.
Il Pdl contro le strutture militari: «Privilegio anacronistico».
I nuovi chioschetti, anche se saranno di dimensioni decisamente più grandi rispetto al passato, occuperanno in tutto 7.800 metri cubi. Un’inezia in confronto agli stabilimenti militari (16.830 metri cubi) e quelli “civili”, cioè Lido, D’Aquila e Ottagono (44.170 metri cubi). Il capogruppo del Pdl Giuseppe Farris ha definito un «privilegio anacronistico» gli stabilimenti miliari: «Purtroppo la competenza non è del Pul. Quando vennero realizzati, si giustificò l’intervento con delle “finalità istituzionali”. Un’esigenza che, come è noto, non esiste». A Marina militare, Esercito, Polizia, Aeronautica e tutti gli altri enti venne accordata una «consegna» – che a differenza della concessione non ha scadenza – delle aree demaniali. Farris, insieme a tutto all’opposizione ha presentato un ordine del giorno (che verrà discusso nelle prossime sedute di Consiglio) per impegnare il sindaco «a rappresentare al Ministero che sono cessati gli usi» in base ai quali erano state affidate quelle aree.
L’aula ha invece approvato l’emendamento alla variante urbanistica legata al Pul proposto da Giovanni Dore (Idv), che prevede la possibilità di rivedere alla scadenza delle concessioni (nel 2015) le strutture degli stabilimenti balneari “civili”. «Alla scadenza delle concessioni gli interventi di ristrutturazione, demolizione e ricostruzione dovranno passare attraverso la revisione del piano attuativo». Non solo: gli interventi saranno finalizzati «a una riduzione della cubatura e alla riqualificazione ambientale mediante progetti di rinaturalizzazione delle aree interessate, con sostituzione delle strutture fisse e realizzazione di manufatti a basso impatto ambientale a carattere precario e amovibile, prevedendo l’allontanamento dalla battigia».
da L’UNIONE SARDA ( m.r. )
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STABILIMENTI AL POETTO: DEMOLIZIONI E AREE A BASSO IMPATTO AMBIENTALE.
Rivoluzione stabilimenti al Poetto. Non solo baretti. Anche le strutture balneari militari e civili in spiaggia dovranno adeguarsi al pul (piano utilizzo dei litorali). E demolire alcune strutture incongrue, rinaturalizzare alcune aree e ricostruire con materiali a basso impatto ambientale.
Lo stabilisce il pul. Grazie all’introduzione di un emendamento del consigliere Idv Giovanni Dore, in base al quale all’amministrazione deve “dare un indirizzo perché i titolari degli stabilimenti storici (civili e militari) propongano dei progetti di ristrutturazione e riconversione degli attuali manufatti in cemento – che insistono sull’arenile con grave incremento dei fenomeni di erosione – volti a ridurre le volumetrie esistenti e a rinaturalizzare le aree interessate con la demolizione delle strutture e la realizzazione di nuove strutture con materiali a basso impatto ambientali e a carattere precario e amovibile.”
Gli stabilimenti balneari militari sono 9 (Aeronautica, Marina militare, Esercito, Carabinieri, Polizia, Vigili del Fuoco, Finanza, Dirigenti del Ministero dell’Interno e Sottufficiali) più tre civili (Lido, D’Aquila e Ottagono), tutti su aree non date in concessione ma attraverso l’istituto della “consegna”, sulla base di motivazione che, secondo tanti, non hanno più ragion d’essere (in proposito il capogruppo Pdl Giuseppe Farris si è scontrato con Gennaro Fuoco, Fli e il capogruppo dei Riformatori Alessio Mereu, sulla permanenza delle servitù militari in spiaggia). Ma, soprattutto, si tratta poi di oltre 60 mila mc di cemento in spiaggia.
“Siamo quindi riusciti“, scrive Dore sul proprio blog, “a predisporre un emendamento che ha limitato la permanenza di tale volumetria alla prima data di scadenza delle rispettive concessioni demaniali in essere e stabilito che gli interventi di ristrutturazione edilizia e demolizione e ricostruzione dovessero passare attraverso la revisione del piano attuativo finalizzata“, prosegue “ad una riduzione della cubatura esistente e alla riqualificazione ambientale mediante progetti di rinaturalizzazione delle aree interessate, con sostituzione delle strutture fisse e realizzazione di nuovi manufatti a basso impatto ambientale a carattere precario e amovibile prevedendo il loro allontanamento dalla battigia“.
Si cerca ora una soluzione per mantenere i baretti in piedi anche d’inverno in attesa dell’approvazione definitiva del pul (circa 5 mesi, serve l’approvazione definitiva della Regione e un nuovo passaggio in consiglio comunale). Potrebbe arrivare un provvedimento ponte che consenta ai baretti di lavorare anche d’inverno. “E’ difficile”, spiega il consigliere comunale Pd Francesco Ballero, “soprattutto per i baretti autorizzati dopo l’approvazione del ppr”. “Stiamo studiando soluzioni”, scrive sul proprio blog Andrea Scano, presidente della commissione Urbanistica, “ma non possiamo certo prescindere dalle leggi”.
da CAGLIARIPAD (Ennio Neri)
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31 Ottobre 2012
VIA LIBERA AL NUOVO PIANO PER IL POETTO, TENSIONE IN AULA: “RIVEDREMO TUTTE LE CUBATURE PER BARETTI E STABILIMENTI”.
Dopo l’approvazione della variante al Puc, e del Pul in commissione urbanistica, con nessun astenuto e contrario, le due delibere passano al Consiglio comunale, per poi arrivare, in caso di approvazione, alla Regione per una decisione definitiva. Dopo una breve premessa dell’assessore Frau, e del presidente della commissione Urbanistica, Andrea Scano, in cui è stato rimarcato il lavoro complicato che é stato fatto per arrivare al progetto definitivo presentato, sono intervenuti diversi consiglieri in cui son stati espressi consensi e dubbi. “Il Pul in generale può andar bene – interviene il consigliere Giuseppe Farris del Pdl - ma noto delle criticità sui 5 stabilimenti militari, che secondo non vengono utilizzati per fini istituzionali, come previsto, ma rappresentano un vero e proprio privilegio. Poi non capisco perché non possano essere esercitate nei chioschi delle attività di ristorazione, che garantirebbero una maggiore occupazione, e anche un maggiore controllo sullo svolgimento dell’attività. Su questo punto vorrei capire perché gli stabilimenti militari possono esercitare ristorazione, e i chioschi no”. “Ci accingiamo oggi ad approvare un atto molto importante per Cagliari. – dice Andrea Scano – Questo non é solo il Pul dei baretti del Poetto, ma riqualifica l’intero litorale del capoluogo, ed é il risultato di un insieme di esigenze ed interessi. La spiaggia va utilizzata e, soprattutto, salvaguardata, e proprio per questo i grandi eventi si svolgeranno in altre aree”. “Questo é un momento importante per questa consiliatura. Credo che tutti siamo d’accordo sul Pul, che comporterà una rinaturalizzazione e un riordino del litorale. – interviene Giovanni Dore – Però io proporrei dei cambiamenti per quanto riguarda la cubatura degli stabilimenti che, a mio parere, va ridimensionata“. Dopo alcune polemiche e critiche, definite “costruttive” dall’assessore Frau e dallo stesso sindaco Massimo Zedda, si é proceduto alla votazione sulla variante al Puc, con 33 favorevoli e 1 astenuto. Ma anche alla votazione di un emendamento presentato dal capogruppo dell’Idv Giovanni Dore, che prevede, alla scadenza delle concessioni, di rivedere la cubatura e gli indirizzi dei nuovi stabilimenti: emendamento passato con 31 favorevoli e 4 astenuti.
E infine é stato approvato il Pul, con 32 favorevoli e 1 astenuto.
da CASTEDDU ONLINE (Federica Lai)
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