Dore “Si può aprire subito senza tribune metalliche”.

    di Giovanni Dore

    L’altro giorno abbiamo fatto un sopralluogo allo stadio col collega Secchi, alcuni tecnici del Comune ed altri esterni. L’impianto è in cattive condizioni, ma sempre affascinante.

    Con un veloce pulizia ed una vigorosa manutenzione lo stadio si può aprire. Ovviamente si potranno utilizzare solo le tribune che sono state “garzate” per evitare la perdita di calcinacci, mentre per le altre (quelle “abbandonate” in favore di quelle metalliche) si dovrebbe attendere la preparazione di tale protezione e le varie verifiche di legge.

    Mi pare sconsigliabile, invece, ripetere l’esperienza delle tribune metalliche che, di fatto, hanno condannato l’impianto all’assenza di manutenzione per oltre un decennio.

    Sicuramente si tratta di una soluzione provvisoria, ma è l’unica che oggi può consentire al Cagliari di giocare in città (ed io l’ho sempre sostenuto, in tempi non sospetti).

    Ecco a voi qualche foto.

    ***

    16 luglio 2013

    Dore “Si può aprire subito senza tribune metalliche”

    Giovanni Dore, dell’IdV, ricorda: «Fui il primo consigliere a chiedere la riapertura del Sant’Elia, per ridare dignità all’opera pubblica che, nel patrimonio del Comune di Cagliari, ha il valore più alto». Per il futuro, Dore propone demolizione o restyling di grande livello: «L’idea della Giunta è quella di realizzare tribune retrattili, per soddisfare le esigenze dei tifosi, ma anche per altri eventi. A me, per esempio, piacerebbe vedere, nell’estate 2014, dei concerti al Sant’Elia». Intanto c’è da affrontare l’immediato: «Cause e duri scontri tra Cagliari Calcio e Comune non hanno certo aiutato. Per il futuro la premessa è che i canoni vanno pagati. E a Cagliari si pagava il canone più basso d’Italia». Dore punterebbe 1 euro sul ritorno del Cagliari al Sant’Elia? «Anche più di 1 euro e fin dalla prima giornata, rimettendo a posto Tribuna Centrale e Distinti, senza tribune metalliche, per non scivolare su nuove bucce di banana burocratiche, come accaduto per Is Arenas. E lo stadio verrebbe messo a disposizione col pagamento di un canone, come fatto a Trieste, in attesa della stipula del contratto di concessione».

    da L’UNIONE SARDA (al. m.)

    ***

    Sant’Elia. Strada spianata ma tempi lunghi.

    La volontà di evitarlo ci sarebbe, ma l’esordio casalingo del Cagliari il prossimo campionato potrebbe avvenire lontano dal Sant’Elia. Certo, in politica tutto è possibile, specie se l’ar – gomento in esame è la squadra di calcio di tutta l’isola. Ma in Comune nessuno si sbilancia: il percorso per riportare in città i rossoblù ha tappe obbligate. Dagli uffici dell’avvocatura è partita la lettera di notifica a Sky per ottenere i 2.590.653,49 euro, il famoso debito della società nei confronti di via Roma, lunedì il tribunale di Milano ha emesso il verdetto. Adesso, però, nonostante le pressioni di viale La Playa e le dichiarazioni di intenti, è necessario superare alcune strettoie, che rallentano le proceduer: in primis l’approva – zione del bilancio comunale, dove sono presenti quei 500mila euro per rimettere parzialmente in sesto lo stadio. In parallelo dovrà correre anche l’iter legato alla nuova convenzione. Gli uffici comunali stanno finendo di stilarla, poi bisognerà vedere se riceverà l’ok della società rossoblù, che sta comunque facendo dialogare i suoi tecnici con quelli comunali. In caso di parere positivo, il consiglio dovrà votarla e approvarla. Ancora: sempre quando sarà approvato il bilancio, entrerà nel vivo la delibera legata al concorso internazionale di idee per il Sant’Elia del futuro. Ieri, durante la commissione Lavori pubblici, maggioranza e minoranza hanno concordato sull’importanza di riportare la squadra in città, anche se chi governava nella scorsa consiliatura non accetta le accuse di aver “chiuso un occhio” nei rapporti con la squadra di Massimo Cellino. Amarcord polemici a parte, la strada da percorrere in via Roma è abbastanza spianata, ma un pò lunga. «È in atto l’interlocuzione col Cagliari calcio, è come se stessimo ripartendo da zero. Tra le condizioni per il ritorno della squadra al Sant’Elia c’era il pagamento delle morosità pregresse», dice il direttore generale Cristina Mancini, «stiamo lavorando alla convenzione, ieri ho avuto un incontro con i tecnici coinvolti, è un atto che va firmato da noi e dalla società, che riceverà la bozza. È fondamantale, per accelerare i tempi, che ci sia coincidenza tra l’ap – provazione del bilancio e la convenzione, per utilizzare i 500mila euro per i lavori sullo stadio». Luisa Anna Marras, assessore comunale ai Lavori pubblici, è perentoria: «La nuova convenzione sarà blindata. Ognuno sta facendo la sua parte, ci sono i passaggi obbligati in giunta, poi in consiglio, al Coni e alla commissione di vigilanza. Non so se il Cagliari giocherà qui dalla prima partita, mi riterrei soddisfatta se ciò avvenisse entro l’anno». La Marras difende il project-financing per il futuro Sant’Elia: «Partirà a bilancio approvato, è stato condiviso con l’aula». Claudio Cugusi, Pd e presidente della commissione Bilancio, ricorda che «al nostro arrivo c’era la nota situazione debitoria con il Cagliari, la madre di tutti i problemi. Ora quei soldi stanno tornando in cassa. Lavoreremo anche a agosto, se serve, per portare in aula la convenzione». Gianni Chessa (Udc) polemizza: «Lo stadio va demolito, non siamo più disposti a essere violentati da Cellino. Gigi Riva faccia il campione, certe esigenze sono cambiate».

    da SARDEGNA QUOTIDIANO (Paolo Rapeanu)

    (1817)

      One thought on “Dore “Si può aprire subito senza tribune metalliche”.

      1. 9/8/2013
        Alla fine i soldi del Comune sono stati restituiti e la nuova convenzione è stata approvata. Come è noto io ero favorevole al recupero parziale dello stadio, senza tribune metalliche, ma il sindaco e la maggioranza hanno spinto per una soluzione “ibrida”. Speriamo che sia la scelta giusta e che lo stadio possa essere riaperto nel più breve tempo possibile.
        Ecco le cronache

        L’UNIONE SARDA-CAGLIARI
        Resta qualche malumore sugli equilibri della convenzione, ma il Cagliari è pronto ad
        aprire il cantiere.

        Stadio, via libera ufficiale ai lavori. Arriva il voto del Consiglio comunale: ora è corsa contro il tempo

        Il Consiglio comunale dice sì al ritorno del Cagliari al Sant’Elia: ieri sera l’Aula ha approvato la
        delibera che prevede di concedere l’impianto per un anno – ma il contratto sarà rinnovabile -
        alla squadra rossoblù e dà mandato agli uffici di sottoscrivere la convenzione preparata nei
        giorni scorsi dopo settimane di incontri tra i dirigenti del Municipio e i rappresentanti della
        società di viale La Plaia. Ora tutto è pronto per la firma definitiva e l’inizio del percorso – in
        verità non brevissimo – che porterà gli operai all’interno dell’impianto. Con trenta voti favorevoli
        (due astenuti, il presidente Depau e Nanni Lancioni: «Perplesso sulla clausola che prevede la
        riduzione fino al 75 per cento del canone») il Consiglio ha chiuso la lunga discussione sulla
        concessione.
        CONSIGLIERI TIFOSI Un dibattito in cui quasi tutti si sono scoperti tifosi e tanti – anche i più
        insospettabili – hanno concluso il proprio intervento con un «forza Cagliari». Tra i consiglieri c’è
        addirittura ha esultato su Facebook per l’approvazione della delibera, come se la votazione
        fosse già finita, mentre invece la discussione era appena all’inizio. L’argomento era (ed è)
        molto sentito e questi dettagli lo dimostrano.
        ACCORDO PER UN ANNO Il sindaco Massimo Zedda, nel presentare la delibera, ha
        spiegato che la convenzione sarà di un solo anno, anche se rinnovabile, «perché arriva in un
        momento un cui viene programmata la riqualificazione dello stadio. Siamo in una situazione
        transitoria. Il concorso di idee e la gara pubblica però non vengono meno. Finché non ci sar
        una proposta del Cagliari dobbiamo tenere aperte due strade. Spero che nell’arco di un anno
        un anno e mezzo possano partire i lavori per il nuovo stadio e si risolva il problema».
        LE CRITICHE Nonostante l’unanimità, le critiche da parte del centrodestra non sono mancate.
        «Il Cagliari torna a casa non certo per merito dell’amministrazione comunale, che lo aveva
        fatto fuggire a gambe levate», ha detto il capogruppo Pdl Giuseppe Farris, che ha precisato:
        «Votiamo a favore solo per rilevantissimi interessi sociali e economici. Questa proposta è
        lacunosa e opaca». Giovanni Dore, dell’Idv, ha sottolineato: «Abbiamo recuperato i soldi che
        la società doveva al Comune e questo è un aspetto molto importante. Tutti siamo tifosi, ma
        non è possibile permettere di non pagare i canoni di concessione».
        Renato Serra, dell’Udc, insieme al collega Gianni Chessa ha parlato di voto «al buio» e ha
        rilanciato: «Ora il concorso di idee è da revocare». E ancora: Claudio Cugusi (Pd) ha
        continuato a esprimere più di una perplessità sulla competenza del Consiglio sulla
        concessione del Sant’Elia, mentre Francesca Ghirra (Sel), ha ricordato che i soldi incassati dal
        Cagliari «consentiranno importanti sgravi sulla Tares».
        LA FIDEJUSSIONE A proposito: ieri la dirigenza del Cagliari ha lavorato alla fidejussione che
        verrà presentata al Comune per garantire il pagamento del debito di 135mila euro – che
        ancora i rossoblù devono alle casse municipali – entro la fine dell’anno. Ora è il momento della
        firma, poi l’approvazione del progetto (che prevede interventi pubblici e privati) da parte della
        Giunta, il parere del Coni, la convocazione della conferenza di servizi, l’affidamento dei lavori
        con procedura d’urgenza. In sintesi: il percorso è ancora lungo ma l’obiettivo è sempre quello
        di riaprire il Sant’Elia, ad almeno 5000 spettatori, entro la fine di settembre.
        Michele Ruffi

        Casteddu Ondine 9/8/2013
        Bentornato nel tuo stadio, Cagliari. Zedda: entro 2 anni il new Sant’Elia

        Via libera in consiglio comunale al ritorno del Cagliari, e il sindaco Zedda rilancia: entro un
        anno e mezzo i lavori per lo stadio del futuro, il new Sant’Elia aperto non solo ai rossoblù ma
        anche agli imprenditori che vorranno realizzarlo. La delibera che spiana la strada alla
        convenzione è stata approvata stasera in una seduta molto tesa, e segna il ritorno della squadra
        tanto amata dai cagliaritani nel suo stadio storico, nella sua città. La maggioranza aveva i voti
        risicati per il numero legale, l’opposizione ha detto sì ma con qualche polemica. Giuseppe
        Farris, capogruppo del Pdl, ha ribadito in aula: “Il Comune aveva fatto fuggire il Cagliari a
        gambe levate, noi voteremo a favore di questa proposta di delibera esclusivamente per i
        rilevanti interessi sociali, collettivi ed economici. Questa è una proposta lacunosa, opaca, a
        tratti irrazionale. In questa delibera non c’è scritto neanche a quanto ammonta il canone, sfido il
        sindaco a sottoscrivere un contratto con i suoi soldi nel quale non ci sia scritta la cifra. Il
        consiglio elabora un voto senza un vero schema di convenzione. Certamente i lavori verranno
        eseguiti attraverso appalti pubblici, ma questo non va enfatizzato: saranno svolti con procedura
        d’urgenza, non credo si possa bandire il project financing facilmente. La maggioranza non ha il
        numero legale, in aula il centrosinistra ha venti persone. Col consiglio comunale chiamato a
        deliberare atti così importante, il centrosinistra non ha i numeri. L’opposizione sta tenendo il
        numero legale, perché lo stadio è una questione importante”.
        Renato Serra dell’Udc ha chiesto invece la revoca del concorso di idee: “Inutile tenerlo in vita
        ora che la strada è ben chiara, sarà il soggetto vincitore del project financing a occuparsene.
        Risparmiamo 50mila euro e magari tagliamo qualche tassa ai cittadini”. Giovanni Dore,
        capogruppo dell’Idv, ha ricordato le richieste di altre società: “Dal 2002 lo stadio ha problemi
        nelle falde, e si parlò del rischio che andasse in rovina senza una ristrutturazione. Ricordiamo la
        mancata manutenzione annosa e i 300mila euro stanziati per salvare in tutta fretta alcune
        gradinate, e nel marzo 2012 chiedemmo che il Cagliari pagasse la manutenzione dovuta. Poi ci
        fu il patatrac e l’esilio a Quartu. Ma ora c’è un doppio successo di questa amministrazione: non
        solo abbiamo recuperato i soldi dei canoni non pagati, e parliamo di soldi pubblici che poi sono
        diventati sgravi per le tasse dei cagliaritani. E questo è accompagnato clamorosamente dal
        ritorno del Cagliari nella sua città. Non si può andare al di là delle leggi e della finanza
        pubblica, chi utilizza i beni pubblici deve pagare”.
        Gianni Chessa dell’Udc ribatte: “Non contestiamo le linee di indirizzo ma alcuni aspetti sono
        contraddittori: il Cagliari calcio fa business, 30mila euro all’anno sono pochi. Noi siamo
        contrari al fatto che il Comune spenda tanti soldi per lo stadio quando potrebbero essere i privati
        ad accollarsi i costi. Noi siamo per la demolizione dello stadio”. Fabrizio Rodin, vice
        capogruppo del Pd: “Oggi 40 consiglieri riescono ad assolvere pienamente al mandato e a
        ottenere dei risultati: avere un milione di euro in cassa per abbassare le tasse, e nello stesso
        tempo avere il Cagliari che gioca in città nel pieno rispetto delle regole. Quando si lavora
        duramente e la politica conduce al posto della pancia, si ottengono delle vittorie”. Intervenuto
        anche Claudio Cugusi del Pd: “Nei prossimi due anni il consiglio comunale si dovrà impegnare
        per bandire tutte le gare per il nuovo Sant’Elia, e sarebbe giusto mettere la parola fine anche
        agli atti amministrativi: il nuovo stadio potrà essere realizzato soltanto col project financing,
        cioè insieme ai privati. Con un emendamento chiederemo anche chiarezza su tutte le opere
        pubbliche connesse al nuovo Sant’Elia”. Francesca Ghirra di Sel aggiunge: “In questi mesi si è
        giocata una partita difficile che però abbiamo vinto, e ha vinto la città. Il Sant’Elia è la casa
        naturale del Cagliari e voglio complimentarmi con il sindaco per come ha gestito la vicenda.
        Sono davvero felice di essere qui in consiglio, già ieri in commissione sono stati risolti i nodi
        della convenzione. Approviamo una delibera che dà anche degli indirizzi che tutelano il
        Comune, spero che partano al più presto i lavori di ammodernamento di uno stadio al quale
        sono affezionata sin da bambina. Quei 500mila euro li avremmo comunque spesi per la
        manutenzione dello stadio, ora non ci resta che dire forza Cagliari”. Piergiorgio Meloni del Pd:
        “Invece che forza Cagliari dico forza sindaco, Zedda come il padre del figliol prodigo ha avuto
        la saggezza di sapere aspettare. E penso dovrà avere pazienza anche in seguito: quando Cellino
        andava a braccetto con i potentati della città voleva costruire il nuovo stadio e presentò un bel
        progetto. Ma non l’ha mai costruito perché il Cagliari voleva che l’abbattimento della vecchia
        struttura fosse a carico della mano pubblica. E gli amici politici non ebbero il coraggio di dirlo
        ai cittadini”.
        Il consigliere sardista Paolo Casu attacca Cappellacci: “Non è certo grazie al governatore che il
        Cagliari torna nella sua città, domani presenterò una mozione nella quale chiederò a cappellacci
        quanti soldi metterà davvero lui per ristrutturare l’impianto. Non va bene prendersi i meriti”, ha
        detto scatenando la bagarre all’interno dell’opposizione. Con Stefano Schirru del Pdl che ha
        sottolineato invece le amnesie di Zedda: “Invece che dare le colpe alla precedente
        amministrazione, il Comune avrebbe dovuto costruire. Parlare di uno stadio nuovo, dire che
        questo è solo un periodo di transizione. Il Cagliari deve avere uno stadio degno del campionato
        italiano e dell’Europa. Questa amministrazione ha buttato tanti soldi per l’Arena Sant’Elia senza
        pensare invece a uno stadio polivalente. Oggi arriva il sì alla convenzione grazie
        all’opposizione, perché non c’è più dialogo tra giunta e maggioranza. E abbiamo dovuto
        analizzare questa pratica in fretta e furia”. Il sindaco Massimo Zedda ha chiuso così il dibattito:
        “Le linee guida del concorso di idee sono quelle che hanno destato l’interesse del Cagliari, non
        servirebbe ritirarlo. Speriamo in un accordo diretto con la società sul nuovo stadio. Sono un
        tifoso del Cagliari, al di là di tanti traditori che anche tra i banchi del consiglio comunale tifano
        altre squadre. Fin da piccolo ho solo tifato il Cagliari, e ho anche le prove di quando pochi di
        voi andavano all’Amsicora quando tornò per i lavori di ristrutturazione. Andai in nave con la
        Tirrenia insieme ai tifosi a vedere quel disgraziato spareggio col Piacenza: non l’avevo mai
        detto sino ad oggi ma andavo in curva mentre molti di voi andavano in tribuna o in Distinti”.
        Un tono comunque scherzoso, che ha portato il presidente del consiglio Depau a scherzare:
        “Forse il sindaco giocava anche insieme a Serradimigni”, e poi si è finalmente arrivati al voto
        dopo un dibattito fiume. E la delibera è stata approvata con 30 voti favorevoli e 2 astenuti.Tra
        gli astenuti Gianfranco Lancioni, Udc. “Dichiaro la mia astensione – ha detto – perché,
        nonostante io sia lieto e favorevole al rientro del Cagliari allo stadio Sant’Elia, non sono
        convinto della clausola del 75 per cento, che comunque ci riporta all’origine dei problemi
        passati tra Comune e società“.
        Jacopo Norfo

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