Il commissariamento delle province da parte di Cappellacci (senza l’approvazione di una legge organica di riforma) viola gravemente la Costituzione.

    di Giovanni Dore.

    Sono stato tra i primi in Sardegna a raccogliere le firme per l’abolizione delle province (con legge costituzionale), ma ho denunciato l’ambiguità dell’attuale maggioranza in Regione (in primis i Riformatori e Cappellacci) che – caso unico nella ns. storia democratica – al governo da oltre un quadriennio, anziché approvare una seria legge di riforma degli enti locali, che dovendo avere valore costituzionale sarebbe stato auspicabile concordare con il parlamento nazionale, ha promosso e cavalcato l’onda di un referendum regionale che ha avuto un grande successo tra i cittadini, ma non ha prodotto la riforma auspicata.

    Così, coi miei colleghi di maggioranza in Consiglio Comunale, abbiamo denunciato il fatto che l’attuale commissariamento non abolisce le province, nè riduce i costi e gli sprechi, ma si limita a sostituire gli attuali presidenti eletti dal popolo (tranne la provincia che comunque è retta da una vicepresidente all’epoca in carica e che gode della fiducia del Consiglio), con dei commissari di fiducia del Presidente della Regione che, da qui in poi, opereranno senza alcun controllo (tranne che da parte di chi li ha nominati).

    La leggina approvata dal Consiglio regionale è infatti una “non legge” in quanto rimanda a 30 giorni l’approvazione di una riforma organica che – sono sicuro non arriverà prima di molti mesi e forse non sarà nemmeno completata entro la data di scadenza dell’attuale Consiglio regionale.

    Il tutto nel silenzio pressoché totale dell’attuale opposizione di centrosinistra in Consiglio regionale che – evidentemente – soffre della sindrome delle grandi intese, perdendo una buona occasione per porre un tema che potrebbe far cadere l’attuale Giunta ed andare subito ad elezioni.

    Infatti l’art. 126 della Costituzione, parla chiaro : “Con decreto motivato del Presidente della Repubblica sono disposti lo scioglimento del Consiglio regionale e la rimozione del Presidente della Giunta che abbiano compiuto atti contrari alla Costituzione o gravi violazioni di legge. Lo scioglimento e la rimozione possono altresì essere disposti per ragioni di sicurezza nazionale. Il decreto è adottato sentita una Commissione di deputati e senatori costituita, per le questioni regionali, nei modi stabiliti con legge della Repubblica.”

    Qui sotto pubblico i resoconti stampa sull’ordine del giorno da noi approvato (leggi ODG).

    Vi propongo infine il mio intervento conclusivo nel dibattito (vedi) e, per i più curiosi, l’intera discussione della durata di circa un’ora (vedi).

    ***

    11 Luglio 2013

    Il centro sinistra attacca: “rimuovete Cappellacci: fa violenza democratica.”

    L’attacco non è poi tanto velato: “Commissari nelle province senza riforma§? Questa è violenza democratica”. E subito una battuta frizzante per il presidente della Regione: “E’ Cappellacci a dover essere rimosso ai sensi dell’art.126 della Costituzione”. Hanno….

    L’attacco non è poi tanto velato: “Commissari nelle Province senza riforma? Questa è violenza democratica”. E subito una battuta frizzante per il presidente della Regione: “E’ Cappellacci a dover essere rimosso ai sensi dell’art. 126 della Costituzione”. Hanno poca voglia di scherzare i consiglieri comunali del  Centrosinistra a Cagliari che questa sera, durante la conferenza stampa svoltasti a palazzo Bacaredda,  hanno attaccato la Giunta regionale. Come è presto detto: stilando un dettagliato ordine del giorno contro la decisione della regione di commissariare gli organi democraticamente eletti: 6 province su 8, “in violazione dei basilari principi democratici e costituzionali”.  I consiglieri comunali del Centrosinistra, illustrando un ordine del giorno di imminente discussione tra i bachi del comune, hanno detto che “l’ordine del giorno non è favore della permanenza delle Province” come ha ribadito Giovanni Dore (IDV), primo firmatario del documento. “Piuttosto è un grido di dolore democratico che si leva dalla più antica istituzione locale della Sardegna, quella che nei momenti di difficoltà della storia dell’isola ha saputo restituire dignità al valore delle Istituzioni, come ad esempio dopo  i bombardamenti del ’43 di cui quest’anno celebriamo il sessantennio” ha affermato  l’avvocato Dore. Sono stati “rimossi degli organi democraticamente eletti di rilievo costituzionale”. Ed è per questo che “proponiamo all’intero Consiglio Comunale – ha concluso – a prescindere dal colore politico, un voto unanime per denunciare l’accaduto alla Presidenza del consiglio dei Ministri”. Insomma per i consiglieri comunali “ai sensi dell’art. 126 della Costituzione”, il Consiglio dei Ministri “può promuovere lo scioglimento anticipato del Consiglio Regionale e la destituzione del Presidente della Giunta per violazione della Costituzione”. “Tutti noi consiglieri qui riuniti, siamo stati referendari e siamo d’accordo per una riforma organica degli Enti locali che consenta la soppressione delle Province, ma – ha detto il consigliere Andreozzi (Rossomori) -  la Giunta ha lasciato in vita gli enti e tutti i suoi costi facendo una non riforma e in questo modo la città di Cagliari che ha tante partite aperte con la provincia, prima tra tutti il PUL, sarà sicuramente penalizzata”. “Cappellacci – secondo Davide Carta (PD) – ha deciso di fare una campagna elettorale in modo antidemocratico sostituendo i presidenti attuali, eletto dal popolo, con dei Commissari di nomina politica che gli consentiranno di avere punti di riferimento in tutto il territorio regionale. Noi ci opponiamo con forza”. Sono in sintonia con le loro, anche le affermazioni di Raimondo Perra (Socialisti) che ha detto: “Quello di Cappellacci è un atto assolutamente arbitrario che palesa una grave lesione dei principi democratici, un attentato ai diritti civili e politici dei cittadini ancor prima degli eletti”. È “pura demagogia – secondo il consigliere Sergio Mascia (SEL) – assai inutile e dannosa. E gli  elettori puniranno severamente Cappellacci alle prossime elezioni”. Affermazione ripresa anche dal consigliere Fernando Secchi: “L’IdV è da sempre stata favorevole all’abolizione di questi enti. Lo era quando ha presentato una proposta di legge, a suo tempo depositata in Parlamento, e continuerà ad esserlo anche in futuro ma non può accettare una così grave violazione dei principi democratici”. Da qui l’idea di impegnare il Sindaco ed il Presidente del Consiglio con l’ordine del giorno per “chiedere che l’atto di nomina dei commissari delle province ed, in particolare di quello della Provincia di Cagliari, venga revocato in autotutela per palese illegittimità, e a trasmettere l’ordine del giorno” se approvato, “all’ANCI per dare ampia diffusione di quanto denunciato”. Non solo: “a trasmettere al Governo nazionale il presente ODG al fine di proporre l’impugnativa urgente della relativa legge del giugno scorso per valutare, senza indugio, l’attivazione delle procedure di cui all’art. 126 della Costituzione”. Come andrà a finire?  …Ne sapremo di più nei prossimi giorni.

    da CASTEDDU ONLINE (Marcello Polastri)

    ***

    27 Luglio 2013

    estratto dall’articolo: “I consiglieri chiedono il tablet: Basta con gli atti cartacei”.

    Il Consiglio ha anche votato un ordine del giorno sul commissariamento delle Province, proposto da Giovanni Dore (Idv) con cui chiede al governo la destituzione del presidente della Regione e lo scioglimento del Consiglio Regionale per gravi violazioni costituzionali consistite nell’aver sostituito cinque presidenti regolarmente eletti con altrettanti commissari di nomina politica.

    da L’UNIONE SARDA (Michele Ruffi)

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    24 Luglio 2013

    estratto dall’articolo: ” Comune. Il bilancio frena per colpa della tassa sull’ombra”. 

    Ok all’ordine del giorno del capogruppo Idv Giovanni Dore: «Si chiede al governo la destituzione del presidente della Regione e lo scioglimento del consiglio regionale, per gravi violazioni di legge consistite nell’aver sostituito 5 presidenti di provincia su 8 regolarmente eletti, con altrettanti commissari di nomina politica».

    da SARDEGNA QUOTIDIANO (Sebastian Rapeanu)

     

      (1880)

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