Troppo tardi, non è servita la mia interrogazione (leggi), nè i vari appelli degli intellettuali, di semplici cittadini e dello stesso artista. Il murales “Tre Pietre” non esiste più, cancellato da una nuova ed anonima facciata del palazzo (privato) di piazza Repubblica dove era stato dipinto a fine anni ’70. E dal disinteresse degli stessi proprietari che non hanno saputo (o voluto) trovare alternative e di quella degli uffici comunali che hanno trattato la vicenda come una banalissima pratica amministrativa.
Al di là delle versioni ufficiali, più o meno scontate, a mio parere c’erano gli strumenti per salvare un’opera che (piaccia o no) apparteneva ad uno degli artisti viventi più importanti della Sardegna (sicuramente il più noto) e che costituiva ormai bene identitario della (non bella) Piazza Repubblica.
E anche la politica ha le sue colpe: perchè tutti quanti noi non ci siamo accorti di quanto stava avvenendo e perchè chi aveva il potere di provare ad intervenire (Sindaco ? Assessore ? Sovraintendenza ?) non lo ha fatto.
Di fatto rimane l’amaro in bocca perchè la città ha assoluta difficoltà di custodire e preservare i propri tesori (il modo in cui sono trattati tre luoghi simbolo come il poetto, l’anfiteatro e Tuvixeddu stanno lì a ricordarcelo), mentre ci si dilania in polemiche inutili e strumentali su questioni “minori” e montate ad hoc (ricordate il tormentone “agli zingari le case !”).
Non resta che guardare oltre per evitare altri casi analoghi ed intervenire per tempo. Con la speranza che il sindaco e l’assessore siano di parola nel restituire alla città – in un prossimo futuro – delle opere del maestro Sciola che abbelliscano la città.
Qui sotto potrete ascoltare la mia interrogazione e la risposta da parte dell’assessore e leggere le cronache relative delle varie testate:
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26 Settembre 2013
È scontro sul murale scomparso.
Le “Tre pietre” erano state realizzate nel 1985.
L’impresa: edificio a pezzi. Cancellata l’opera di Pinuccio Sciola. Zedda: lavori autorizzati. La città ha perso uno dei suoi simboli. Il grande murale di piazza Repubblica angolo via Dante non esiste più. Le “Tre pietre” realizzate nel 1985 sulla facciata del palazzo di proprietà degli eredi Pintus dall’artista di San Sperate, Pinuccio Sciola, sono state smantellate durante i lavori di ristrutturazione dell’edificio. «Non si poteva fare altro», ha assicurato l’amministratore del condominio, «perché la facciata si stava sgretolando. C’erano rischi per l’incolumità pubblica». L’opera era stata commissionata da La Rinascente. A Milano si era deciso infatti di aprire una piccola sede in città.
CASO POLITICO Grande l’indignazione sui social-network. La vicenda si è subito trasformata anche in un caso politico con il capogruppo dell’Idv, Giovanni Dore, che ha presentato un’interrogazione urgente per ottenere informazioni sulla pratica edilizia, capire se siano state commesse violazioni e chiedere al sindaco un’ordinanza di ripristino, alla quale – in caso di danneggiamento irreversibile del murales – si potrà ovviare «mediante accordo tra condominio e artista».
IL SINDACO «La vicenda ha colpito e stupito anche me», ha scritto Massimo Zedda su Facebook, «gli uffici mi hanno detto che si tratta di un intervento che il condominio doveva effettuare per la rimozione di uno stato di pericolo . La nostra autorizzazione è di febbraio, ma non era necessaria perché ai sensi del Regolamento edilizio quando c’è pericolo di crolli il proprietario può intervenire subito ».
L’ASSESSORE «Ho sentito Sciola, al quale sono legato da un rapporto di affetto», ha riferito l’assessore all’Urbanistica, Paolo Frau, «gli ho detto quanto mi abbia addolorato la vicenda». Nel corso dei lavori sarebbe venuta alla luce una situazione grave. «La parete è stata interessata da un “diffuso sfondamento” con l’apertura di consistenti brecce. Il prospetto, insomma, era compromesso».
I LAVORI «Si è resa necessaria la demolizione», spiega Frau, «non si è trattato di una semplice tinteggiatura, o della rimozione di un intonaco e del murale che lo ornava, ma della demolizione dell’intera parete che non era più in grado di reggere. Il murale non era peraltro sottoposto a tutela da parte della Soprintendenza».
L’IMPRESA Dispiaciuto l’impresario Paolo Piga, di Sinnai. «Conoscevo quel murale sin da ragazzo, dato che ho studiato al D’Arborea e lo vedevo ogni giorno andando a scuola. Dopo 50 anni quel muro cadeva a pezzi». I lavori sono incominciati il 24 luglio e stanno per concludersi. «Le nostre autorizzazioni sono in regola», giura, «il Comune sapeva che il murale sarebbe stato eliminato».
IL CONDOMINIO «Le piogge torrenziali hanno dato il colpo di grazie a quel muro», sottolinea l’amministratore, Michele Marcialis, «l’intervento era improcrastinabile. Inizialmente non volevamo toccarla quella parete, ma non abbiamo avuto scelta. Continuavano a venire giù pezzi di intonaco».
INDIGNAZIONE «Il Comune ignora Sciola e lo cancella», tuona Domenico Mimmo Di Caterino, un lettore, «scrivo indignato per uno scempio che Cagliari vede compiersi nel silenzio. Il murale dava dignità a un’anonima facciata cieca di un anonimo scatolone popolare. Che assessore alla cultura è quello che distrugge opere d’arte ritrovatesi in casa per caso per merito di un committente privato a costo zero?».
GLI ALTRI MURALES L’opera di Sciola è la più famosa ma non l’unica. In piazza Galilei c’è il cerchio di vetro di Rosanna Rossi. Anche a Sant’Elia ci sono facciate affrescate. La più famosa è in piazza Callas ma ne sono state dipinte altre nei palazzi Bodano e Gariazzo, nell’ambito del progetto “Educativa di Strada”. Murales anche in via Sanna, a Pirri, per iniziativa della onlus Domus de Luna, con lo slogan “Un tocco di colore per sconfiggere il degrado”.
da L’UNIONE SARDA (Paolo Loche)
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Sparisce il murales di Sciola.
Cancellata l’opera sul palazzo di Piazza Repubblica. Frau : “non era vincolata”.
CAGLIARI Scompare il murales di Pinuccio Sciola dal palazzo all’angolo tra piazza Repubblica e via Dante. Sì, quello della torre con tre blocchi sistemati uno sopra l’altro: è intitolato “Tre pietre” ed è lì dal 1985. Ora è coperto da un’impalcatura. Ma non tornerà più. A confermarlo, con molto dispiacere, è stato, sul suo profilo Facebook, l’assessore all’Urbanistica Paolo Frau. “Stamattina (ndr ieri) – spiega – per prima cosa ho sentito al telefono Pinuccio Sciola, al quale sono legato da anni da un rapporto di stima e affetto. Gli ho detto quanto mi abbia addolorato la vicenda relativa al murale di piazza Repubblica». Le indagini dello stesso Frau hanno portato a questa conclusione: «Non si è trattato – spiega Frau – di una semplice tinteggiatura, o della rimozione di un intonaco e del murale che lo ornava, ma della demolizione dell’intera parete esterna dell’edificio, che per motivi strutturali non era più in grado di reggere». Frau aggiunge anche che il murale non era sottoposto a nessuna tutela da parte della Soprintendenza. Una promessa: «Mi attiverò – spiega – assieme agli altri colleghi della Giunta perché la perdita del murale di piazza Repubblica sia compensata prestissimo da altre occasioni di intervento su scala urbana per Pinuccio Sciola e altri artisti». Ma intanto scoppia la polemica. Giovanni Dore, consigliere comunale di Idv, ha già presentato un’interrogazione: «Il murales – spiega il consigliere – benché non risulti sottoposto a vincolo, né di proprietà pubblica, costituisce patrimonio identitario della città». Per questo Dore chiede risposte urgenti.(s.a.)
da LA NUOVA SARDEGNA (S.A.)
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Murale di Sciola cancellato, il caso in aula. Dore: “Rifacciamolo”.
Il capogruppo Idv presenta un’interrogazione sull’opera d’arte sparita dalla facciata di un palazzo in piazza Repubblica. E chiede “in caso di violazione di una o più norme valutare di ovviare mediante un accordo tra il Condominio e l’artista. Il caso è saltato fuori ieri. La notizia l’ha pubblicata il blogger Vito Biolchini: nel palazzo di Piazza Repubblica che ospita l’Upim al piano terra, sono in corso dei lavori di ristrutturazione con i quali sarebbe stato cancellato il murale di Pinuccio Sciola denominato “Tre Pietre”, del 1985. E ha creato immediato sconcerto in città, nel web e nei social network.
Oggi il capogruppo Idv Giovanni Dore ha presentato un’interrogazione in consiglio comunale dove lascia intravedere l’ipotesi di ripristino dell’opera.
Dore ha anche constatato che il cartello di avviso dei lavori, presenta pochissimi dati, rispetto a quelli previsti per legge (non vi è nemmeno indicata la data di fine lavori) e che dal poco che traspare dalle impalcature, pare proprio che il murale sia stato coperto da un intonaco color giallo-arancio. Mette in evidenza che qualora l’intervento sia stato classificato dal condominio richiedente come “manutenzione straordinaria”, non avrebbe potuto contemplare lo stravolgimento completo dei prospetti, come appare si siano indirizzati i lavori, e che la modifica degli stessi avrebbe necessitato della istruzione della pratica con l’invio delle tavole, attraverso le quali gli uffici avrebbero potuto attivare una verifica di compatibilità degli interventi con la Sovrintendenza dei beni culturali.
Anche perché il murale di piazza Repubblica, non risultava vincolato, né di proprietà pubblica, costituisce, secondo Dore, “patrimonio identitario della città di Cagliari e dell’intera zona della piazza che, invero, non brilla di “luce” architettonica e di beni culturali di pregio”. Il consigliere chiede infine al sindaco e all’assessore una dettagliata “contezza della pratica edilizia in questione, rilevando se sono stati seguiti tutte le disposizione di legge” e “in caso di violazione di una o più norme valutare l’emissione di un’ordinanza urgente di ripristino, alla quale – in caso di danneggiamento irreversibile del murales – si potrà ovviare mediante un accordo tra il Condominio e l’artista Sciola”.
Infine chiede conto dello stato di avanzamento dell’adeguamento del Puc al Ppr e se sia in corso la mappatura dei beni culturali e architettonici da salvaguardare, per scongiurare ulteriori danni al patrimonio artistico e culturale cittadino.
da CAGLIARIPAD.IT
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