in bocca al lupo Cagliari 2019, comunque vada è già una vittoria.

    di Giovanni Dore

    Negli ultimi tempi mi è capitato talora di non essere d’accordo con alcune scelte della nostra amministrazione cittadina in ambito culturale e di prospettiva in genere e di esprimerlo pubblicamente.

    Ho invece osservato, con curiosità del neofita, la vicenda della candidatura a Cagliari Capitale della Cultura.

    La sfida è partita con un certo in ritardo, nello scetticismo (talora ilare) diffuso e molto in sordina. I cagliaritani sono alle prese, come quasi tutti gli italiani, con una crisi mostruosa ed il mondo culturale soffre in misura ancora maggiore di altre categorie la politica dei tagli, ad ogni livello, subendo scelte miopi e ciniche che hanno depresso (irreversibilmente ?) il settore.

    Ma l’inclusione (un po’ a sorpresa) di Cagliari nella stretta rosa delle finaliste ha compiuto un piccolo miracolo. In poco tempo è stato messo in piedi progetto e partnership che hanno indotto tutti a correre univocamente per conseguire la vittoria finale.

    Il valore aggiunto – diciamolo senza timore – lo ha dato il contesto cittadino ed il piano dei lavori pubblici in atto. Il sole che si rispecchia nel mare e negli stagni, il cielo terso solcato soltanto da qualche nuvola suggestiva e dal volo elegante di “sa genti arrubia”, le spiagge (quasi) bianche ed il centro ricco di storia, scorci suggestivi e luoghi di incontro potrebbero suggerire ai commissiari che sia proprio Cagliari la città ideale per celebrare la cultura da qui al 2019.

    Non sono in grado di giudicare la validità del progetto culturale di Cagliari, nè di confrontarlo con quello delle altre città finaliste, a loro volta tutte magnifiche. E non so ipotizzare se Cagliari si aggiudicherà l’ambito titolo.

    Quello che posso dire che c’è una bella euforia e che la sfida complessiva è stata già vinta. Comunque vada Cagliari potrà fregiarsi del titolo di finalista fino al 2019 e, sulla base dei “rumors” provenienti dale alte sfere dello Stato, pure di abbondanti finanziamenti e di occasioni culturali per il prossimo quinquennio.

    Per questo motivo mi sento di ringraziare Massimo Zedda ed Enrica Puggioni (e tutti gli altri che ci hanno messo la faccia o hanno lavorato dietro le quinte) per aver affrontato con coraggio ed entusiasmo questa sfida. CE di aver corso per vincere fino all’ultimo sprint.

     

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